COMUNICATO
Da alcune lettere giunte in Redazione ci viene chiesto di prendere una posizione ufficiali di Fedaiisf sulla questione vaccini anti Covid per ISF.
La questione vaccinazione e green pass ha assunto aspetti ideologici e politici che trascendono la scienza. Il ragionamento che faremo non è politico, anche se ci sarà sempre qualcuno che fraintende, e non riguarda le singole persone anche se non è concepibile che un ISF non abbia fiducia nei vaccini.
Un’Associazione di Informatori Scientifici del Farmaco non può che essere favorevole alla vaccinazione di tutti gli ISF. Gli ISF, come è nel loro compito istituzionale, devono solo fare riferimento a trattamenti scientificamente fondati e di comprovata efficacia fondati sulle conoscenze scientifiche acquisite e certificate ufficialmente dagli organi regolatori e di controllo.
Anche se il vaccino non copre al 100% (nessun farmaco per altro è efficace al 100%) è l’unico mezzo che abbiamo a disposizione per prevenire il contagio.
Gli ISF, per il lavoro che svolgono, sono obbligati ad operare in presenza in tutti gli ambienti e strutture sanitarie, dall’ambulatorio di medicina generale alla clinica universitaria. Tutti ambienti a rischio contagio. È consequenziale quindi attuare tutto ciò che è disponibile per prevenire il contagio, come i dispositivi di protezione individuali, il distanziamento e soprattutto la vaccinazione. Studi sul personale sanitario dimostrano che il 90% dei vaccinati non infetta e se infetta lo fa in dosi molto basse, trasmette una infezione lieve e quasi sempre asintomatica.
L’agenzia del farmaco europea, EMA, ha usato lo strumento dell’”approvazione condizionale” (uno dei meccanismi per facilitare l’accesso precoce ai medicinali) e non l’approvazione emergenziale come ha fatto la Fda in un primo tempo (ora c’è l’approvazione definitiva), per cui le indicazioni per i quattro vaccini attualmente in uso in Europa sono definitive. I quattro vaccini approvati hanno completato tutte e tre le fasi sperimentali canoniche richieste da Ema e da AIFA. Come per tutti gli altri 1.000 e più prodotti approvati in 25 anni. Le uniche condizioni imposte da Ema riguardano garanzie circa la qualità del prodotto. Oggi sono state vaccinate 5 miliardi di persone, parlare di fase sperimentale è ridicolo.
E la certificazione verde, il cosiddetto “green pass”, non è altro che una certificazione a tempo di avvenuta vaccinazione, o di essere risultati negativi a un tampone molecolare o rapido nelle 48 ore precedenti o di essere guariti da COVID-19 nei sei mesi precedenti.
Non vogliamo scendere in ulteriori considerazioni tecnico/scientifiche perché non è questa la sede. Quanto detto ci basta per dire qual è la posizione ufficiale di Fedaiisf.
Comunicato Fedaiisf – 10 settembre 2021
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