Solo fra luglio e settembre, intese per un totale di 61 miliardi di dollari, con transazioni annunciate per ulteriori 31 miliardi. In tutto, quasi 100 miliardi di dollari che si sono ‘mossi’ in tre mesi.
articolo pubblicato il: 16/12/2014 – adnkronos
Sempre secondo Pwc, il volume di offerte chiuse nel settore nel terzo trimestre del 2014 è salito del 27,2% a 42 totali, rispetto alle 33 intese nel secondo trimestre, e sono cresciute del 68% (rispetto alle 25) a confronto con quelle del terzo trimestre 2013. L’incremento dell’ultimo periodo è soprattutto il risultato di accordi annunciati e non ancora conclusi, appunto quelle che dovrebbero chiudersi per un totale di oltre 30 miliardi di dollari. Il valore delle offerte chiuse nel corso del terzo trimestre del 2014 è inoltre aumentato di ben il 304,3% a 61 miliardi di dollari, dai 15 miliardi circa nel secondo trimestre dell’anno, e del 63,3% rispetto al terzo trimestre 2013.
Accordi miliardari sono stati raggiunti, altri ipotizzati, annunciati ma ancora non concretizzati. Come quello fra Pfizer e AstraZeneca: la multinazionale americana ha messo gli occhi sull’anglo-svedese all’inizio della primavera scorsa, ma l’intesa è poi sfumata. Dall’estate si rincorrono però voci di un ‘ritorno di fiamma’.
In ogni caso, a livello internazionale, nel mondo farmaceutico fra il 1995 e il 2005, secondo i dati di McKinsey, si sono raggiunte alcune delle 20 più grandi fusioni del settore industriale, definite come accordi maggiori di 10 miliardi di dollari, nei quali le imprese impegnano almeno il 10% del valore delle vendite e il 20% del capitale dell’azienda acquirente.
Antonelli (Msd Italia), no ‘serial merger’, solo intese mirate
L’ad, mega-fusioni costose e difficili da gestire
Lo spiega Pierluigi Antonelli, presidente e amministratore delegato di Msd Italia, parlando con Pharmakronos del ‘boom’ di fusioni e acquisizioni nel settore nel corso dell’anno che si sta per chiudere. “Per questo motivo – aggiunge
– preferiamo scegliere eccellenze di piccole e medie dimensioni che siano in grado di completare la nostra stessa offerta, come nel caso di Cubist per gli antibiotici”, acquisita la scorsa settimana da Merck&Co. per 9,5 miliardi di dollari, “o di Idenix, acquisita in agosto, per i farmaci contro il virus C dell’epatite. “Msd – prosegue – vanta infatti una lunga tradizione e una solida leadership nel trattamento delle malattie infettive grazie a farmaci importanti contro l’Hiv, l’epatite C, le infezioni fungine e batteriche e proprio l’Acute Care ospedaliero è una delle aree prioritarie sulle quali abbiamo focalizzato il nostro interesse in questi ultimi anni, insieme all’oncologia, al diabete, all’immunologia e altre ancora.
Non è un caso che il nostro portafoglio di farmaci ospedalieri sia cresciuto del 12% nei primi 10 mesi del 2014 rispetto all’anno precedente (Ims Health). I nostri prodotti in commercio includono già diversi antibiotici e antifungini, ma siamo anche in una fase avanzata di sviluppo con promettenti molecole contro il clostridium difficile, il citomegalovirus e le infezioni da batteri multiresistenti.
L’acquisizione di Cubist, in questo senso, aggiunge valore, ampiezza e spessore al nostro portafoglio di molecole innovative e ci consentirà di raggiungere una più ampia popolazione di pazienti rispondendo efficacemente a molti bisogni medici non soddisfatti”.
Barbara Di Chiara – 17 dicembre 2014 – PharmaKronos
Aringhieri (Dompé), aziende fanno ‘gola’ se forti in ricerca
D’altro canto, la leadership di costo l’abbiamo ormai persa, con l’ingresso in gioco di Paesi emergenti. Ma questo ci ha restituito un premio di competitività legato alla ricerca e alla qualità”.
Ormai, secondo Aringhieri, “il campo di gioco è chiaro: se si vuole giocare una partita vera, bisogna generare risposte vere, a domande di salute vere. Noi abbiamo cominciato un percorso di cambiamento, scegliendo peraltro aree terapeutiche ad alto rischio, dove le alternative spesso non ci sono (trapianti, malattie rare, oncologia). Dobbiamo fare meglio ciò che gli altri già fanno.
Tutto questo considerando che le geografie sono ormai globali, la partita non può giocarsi solo nel proprio Paese e nemmeno nel proprio continente”.
Barbara Di Chiara – 17 dicembre 2014 – PharmaKronos
Fusioni e Acquisizioni hanno sempre maggior risalto, ma studi dimostrano che spesso esse finiscono per distruggere il valore delle azioni anzichè crearlo. Questa è una ragione per cui gli investitori e le imprese danno tanto valore alla crescita del fatturato. Infatti, se si paragonano le performances delle quote azionarie di un nuovo indice di 23 società che hanno le migliori crescite di fatturato e le si paragona al S&P500 (il listino azionario americano), lindice di Aziende in Crescita Fatturato batte facilmente quello dellS&P500 31% contro 22% negli ultimi 12 mesi. E guardando ancora più indietro di cinque anni ha battuto lS&P500 del 15% contro il 3%. (fonte: Fortune.com)