Il settore farmaceutico è in fermento. A darne la prova ci sono anche più di due indizi. Tanto per cominciare questa mattina il gigante svizzero Novartis ha annunciato l’acquisto della divisione oncologica di GlaxoSmithKline: valore dell’operazione 16 miliardi di dollari. Il gruppo svizzero, a sua volta, cederà a Gsk la sua divisione vaccini per 7,05 miliardi di dollari. L’accordo tra i due big della farmaceutica prevede anche la creazione di una joint venture nel settore della sanità pubblica che avrà un giro d’affari da 10,9 miliardi di dollari. Gsk deterrà il 63,5% della società.
Secondo Joe Jimenez, ad di Novartis, le operazioni «migliorano la robustezza finanziaria della compagnia e dovrebbero aumentare i nostri tassi di crescita e margini nell’immediato».
E poi c’è Pfizer. Secondo indiscrezioni riportate dal Sole 24 Ore il colosso Usa sarebbe interessato ad acquisire il gruppo anglo-svedese Astra in un’operazione che potrebbe superare i 100 miliardi di dollari. Tra i fattori che rendono attraente la "preda" europea c’è una ricca pipeline di prodotti e ricerca avanzata nella cura dei tumori.
E poi c’è un terzo indizio. Nei primi quattro mesi del 2014 le operazioni M&a (merger and acquisition) nel settore farmaceutico hanno raggiunto i 47 miliardi e sono già vicinissimi ai 52 miliardi dell’intero anno 2013 (dati S&P Capital Iq). Di questo passo si potrebbero rivedere a fine anno numeri simili ai 179 miliardi del 2009, ultimo anno di grandi operazioni tra i big (quando per Pfizer acquistò Wyeth per 68 miliardi di dollari e si celebrò anche il matrimonio da 41 miliardi tra Merck &co e Schering-Plough).
Il fermento è legato alla scadenza di molti brevetti e alla crescente concorrenza sui farmaci generici [http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2014-04-22/brevetti-scadenza-e-concorrenza-farmaci-generici-spingono-settore-104152.shtml?uuid=AB7RYtCB]. A titolo di esempio basti pensare che il farmaco generico del Viagra è in questo momento tra i più venduti al mondo.
22 Aprile 2014