La pillola che cura la depressione post-partum in 48 ore (e costa 34 mila dollari)
Attualmente i classici antidepressivi impiegano circa due, quattro settimane per combattere il disturbo. La pillola Zulresso ha ottenuto l’approvazione federale negli Usa
Si chiamerà Zulresso il farmaco che secondo gli esperti sarà capace di curare in 48 ore la depressione post-partum, una delle più comuni complicanze per le donne di tutto il mondo a seguito di una gravidanza. 48 ore rispetto alle settimane, tra le due e le quattro, che impiegano i classici antidepressivi, per combattere un male potenzialmente molto dannoso per i neonati.
Zulresso comunque ha già ottenuto l’approvazione federale e, secondo la Sage, i test clinici stanno andando alla grande ed entro un paio d’anni sarà messa sul mercato. “La cosa più importante è, naturalmente, l’effetto rapido”, ha detto la dott.ssa Margaret Spinelli, professore di psichiatria alla Columbia University, che cura e studia la depressione postpartum, al New York Times “Il fatto che sia il primo progettato per la depressione postpartum è importante e significa che probabilmente sarà un modo per progettare altri farmaci per la depressione postpartum da somministrare in un modo più semplice”, dove “più semplice” sta evidentemente anche per “meno costoso”.
La dottoressa Samantha Meltzer-Brody, direttrice del programma di psichiatria perinatale presso l’Università della Carolina del Nord a Chapel Hill, che ha anche diretto la ricerca sul brexanolone, ci spiega che la sostanza non è altro che una forma sintetica di allopregnanolone, un ormone prodotto dal progesterone nel cervello, che può aiutare a ridurre la depressione e l’ansia attenuando l’attività neuronale.
La ricerca presentata alla FDA consisteva in tre studi clinici condotti dal dott. Meltzer-Brody, le prove hanno coinvolto 247 donne selezionate a caso per ricevere un placebo o brexanolone. Un numero relativamente piccolo di partecipanti, rispetto a molti altri studi clinici, tuttavia sufficiente per persuadere un comitato consultivo congiunto FDA l’anno scorso, che ha raccomandato l’approvazione con voti quasi unanimi.