La commissione Bilancio del Senato ha iniziato ieri la votazione per l’approvazione del decreto, che oggi nel pomeriggio approderà in Aula. Intanto gli emendamenti presentati dal relatore Azzollini fanno discutere. Favorevoli i farmacisti, contrari grossisti e aziende farmaceutiche. Ma anche il ministro della Salute sembra perplesso
Verso le farmacie sono state spostate risorse e si sta pensando di realizzare un sistema di servizi. Ma se la richiesta dei farmacisti rispetto alla manovra è la spalmatura del taglio del margine dei grossisti su tutta la filiera farmaceutica «evidentemente da grandi i farmacisti vorranno fare i commercianti non gli snodi sociosanitari». Queste, in sintesi, le parole del ministro della Salute, Ferruccio Fazio, in un’intervista al Sole 24 ore. Per quanto riguarda le misure della farmaceutica, e in particolare per la richiesta di distribuire su tutta la catena farmaceutica il taglio al margine dei grossisti, Fazio spiega che «il Parlamento può percorrere tutte le ipotesi che ritiene. A questa ipotesi io sono contrario. Le farmacie nel tempo si sono appropriate di un margine che non era loro». Si ricorda che nel testo dell’emendamento sulla farmaceutica firmato dal relatore al testo della manovra a Palazzo Madama, il senatore Pdl Antonio Azzollini, di modifica all’articolo 11, presentato ieri in Commissione Bilancio al Senato, si indica che «in attesa dell’adozione di una nuova metodologia di remunerazione delle farmacie per i farmaci erogati in regime di Ssn, le quote di spettanza ai grossisti e ai farmacisti sul prezzo di vendita al pubblico delle specialità medicinali di classe A(…) sono rideterminate nella misura del 3% per i grossisti (era il 6,65%) e del 30,35% per i farmacisti (era il 26,7%) come quota minima spettante». Alle farmacie, però, il Ssn trattiene un’ulteriore quota di sconto dell’1,22% sul prezzo di vendita al pubblico al netto dell’Iva. Questo ulteriore sconto, comunque, non si applica alle farmacie rurali che hanno un reddito, Iva esclusa, non superiore a 387.324,67 euro e alle altre farmacie con fatturato inferiore ai 258.228, 45 euro. E proprio su questo punto Fazio ricorda che «verso le farmacie spostiamo 600 milioni di farmaceutica ospedaliera e speravo così, e col modello che pensiamo di realizzare di farmacie dei servizi, andasse bene. Poi ci è stato posto il problema delle farmacie rurali, abbiamo detto che è giusto», dice Fazio che ribadisce la sua contrarietà alla "spalmatura" del taglio al margine dei grossisti.
Farmacista33 – 6 luglio 2010 – Anno 6, Numero 124
Botta e risposta Farmindustria-Federfarma
Una proposta "scandalosa" che rischia di trasformarsi in «un’appropriazione indebita sui ricavi dell’industria farmaceutica». E’ duro il commento del presidente di Farmindustria, Sergio Dompé sull’emendamento alla manovra finanziaria sulla farmaceutica presentato in Commissione Bilancio del Senato dal relatore Antonio Azzolini (Pdl) – e che "spalma" la riduzione del taglio dei margini di ricavo dei grossisti sui medicinali su tutta la filiera. Una "ridistribuzione" che peserà per il 2,43% sulle aziende farmaceutiche e per l’1,22 % sulle farmacie, che nelle indicazioni del decreto avrebbero dovuto sostenere per intero il peso del taglio. «Mi rifiuto – dice Dompé – di pensare che tutto questo sia vero. Significherebbe che per ridurre un margine indebito, che è stato acquisito negli anni, in una situazione economica come quella che stiamo attraversando, si riducono i ricavi dell’industria e addirittura si aumentano quelli delle farmacie che del margine indebito hanno ampiamente us