Fascia C con la valigia in mano, in procinto di uscire dalla farmacia. È il tam tam che da ieri circola per corridoi e scale dei palazzi romani, un’anticipazione di quello che lunedì il governo varerà nella Manovra da 25 miliardi. Voci da registrare con la dovuta cautela perché non è la prima volta che i tamburi della liberalizzazione si mettono a suonare – i titolari ricordano ancora i brividi di quest’estate – ma stavolta il rimbombo è particolarmente forte. Aveva acceso qualche lampadina l’articolo con cui ieri mattina Il Sole 24 Ore passava in rassegna le strade che il governo stava esplorando: in tema di farmacie revisione della Pianta organica, interventi non meglio specificati sulla fascia C e comunali. Poi, nel pomeriggio, un tam tam di voci che dà per quasi certa la liberalizzazione della fascia C. O almeno, questo dicono altre voci, la proposta lunedì in Consiglio dei ministri arriva di certo, sponsor l’ex Garante dell’Antitrust Antonio Catricalà (nella foto), e poi lì si vedrà l’accoglienza da parte dei Ministri (Balduzzi compreso). Intanto, contro la deregulation si mobilitano le aree cattoliche dei farmacisti, preoccupate che stupefacenti e pillola del giorno dopo possano prendere la strada dei corner Gdo e degli esercizi di vicinato. «I politici che ritengono di poter applicare ai farmaci le regole del mercato dovrebbero vergognarsi» tuona Piero Uroda, presidente dell’Ucfi (Unione cattolica farmacisti italiani) «i consumatori non sono così consapevoli e informati come questi signori credono. E il rischio, sulla contraccezione, è quello di favorire un uso distorto della pillola che come cattolici ci preoccupa fortemente». «Le farmacie» aggiunge Giuseppe Fattori, presidente del Nobile collegio chimico farmaceutico «garantiscono un sistema di controllo sull’accesso al farmaco etico e stupefacente e sul ritiro in caso di emergenze che rappresenta una tutela mirabile della salute pubblica. Mi chiedo se altri canali siano in grado di assicurare lo stesso livello di vigilanza».
Racca, mai successo in nessun paese al mondo
«In nessun Paese al mondo i farmaci di fascia C sono mai usciti dalle farmacie». Così Annarosa Racca, presidente di Federfarma, risponde all’Ansa in merito alle voci, della possibilità di interventi sul sistema delle farmacie nei provvedimenti che il governo sta mettendo a punto e che presenterà lunedì in Consiglio dei ministri. Oltre alla liberalizzazione dei farmaci di fascia C, «che comprendono» spiega Racca «categorie importanti di farmaci come gli psicofarmaci o gli ormoni», che hanno bisogno della prescrizione medica, ma non sono rimborsati dal Servizio Sanitario nazionale, si parla anche della possibilità di rivedere la pianta organica delle farmacie. «Il presidente Monti ha sempre detto che gli interventi saranno fatti coordinandosi con le categorie» aggiunge Racca «attendiamo quindi di parlare con il ministro Balduzzi e il nuovo sottosegretario appena nominato. Noi siamo disponibili a lavorare per avere un