By Giacomo Giannecchini on 2 novembre 2012 Quelli che la farmacia Magazine
Farmindustria continua il suo lavoro ai fianchi al Governo anche dal palco prestigioso dell’incontro organizzato a Siena tra Farmindustria appunto, Società Italiana di Farmacologia e Università degli studi di Siena. L’incontro è stato un modo per ribadire la necessità di una sempre più forte sinergia tra strutture pubbliche di ricerca e industria. In quest’ottica infatti era stato siglato l’accordo di inizio millennio tra SIF e Farmindustria che ha portato a creare i presupposti per incontri importantissimi in molte Università con i farmacologi di tutt’Italia. Lucia Aleotti, vicepresidente di Farmindustria ha dichiarato in proposito: “Senza riconoscimento del valore del marchio non c’è innovazione e senza innovazione non c’è ricerca. In Italia nuove terapie hanno permesso una significativa riduzione della mortalità per i tumori, per le malattie dell’apparato circolatorio e per altre importanti patologie. Dal 1951 ogni 4 mesi se ne è guadagnato uno di vita in più, un fenomeno dovuto per il 40% ai farmaci. Oggi nel nostro Paese operano 6.000 ricercatori e le imprese del farmaco investono 1.250 milioni di euro in R&S. Imprese che contano, in totale, 165 fabbriche, 65.000 dipendenti, il 90% dei quali laureati o diplomati ed esportano il 61% della produzione di 25 miliardi all’anno. Un vero e proprio patrimonio manifatturiero per il Paese (secondo solo a quello tedesco), fortemente penalizzato da 4 manovre (liberalizzazioni, spending review , decreto Salute e decreto stabilità) negli ultimi 8 mesi. In particolare la prescrizione con principio attivo colpisce al cuore un settore hi tech di fondamentale rilevanza per la crescita economica e sociale del Paese”. Le parole della dottoressa Aleotti escono fin da subito dal contesto, quasi gioioso, dell’importante incontro senese, e arrivano subito a punzecchiare laddove maggiormente duole la ferita. La verve polemica non manca e nessuna occasione viene tralasciata per rilanciare accuse. Proprio la Regione Toscana, che ha difeso a lungo Farmindustria e in generale tutta l’industria farmaceutica nella dura battaglia che la sta vedendo soccombere sotto i colpi dei generici, è stata la cornice di questo importante evento. In Toscana aziende come la Menarini hanno un impatto fondamentale per l’economia e non deve certo meravigliare la difesa a spada tratta che la Regione sta portando avanti nei confronti dell’industria farmaceutica. Per quanto riguarda il vero e proprio senso dell’evento che ha visto riunire a