L’industria farmaceutica è partner strategico del Paese. Lo ha dimostrato durante la pandemia, dando un sostegno importante sul territorio alla gestione della crisi e sviluppando, in meno di un anno, cure e vaccini contro il Covid-19. Lo dimostra ogni giorno investendo nella ricerca e garantendo la continuità della fornitura di farmaci, vaccini e terapie indispensabili per prevenire e curare malattie, spesso rare. Lo ha fatto anche in un anno difficile come il 2020: oltre il 90% delle imprese del farmaco ha confermato gli investimenti in R&S e, di queste, quasi il 40% li ha incrementati.
Una partnership che ha permesso negli anni al settore e al Paese di crescere insieme, diffondendo nuove conoscenze, competenze e buone pratiche, alimentando una cultura condivisa sulle nuove frontiere della scienza e della tecnologia
Una partnership con enti di ricerca pubblici e privati, start up, parchi scientifici, enti non profit, senza la quale non sarebbe possibile eccellere in tutte le fasi del processo di ricerca: dagli studi, alle ricerche e sperimentazioni, fino all’accesso alla cura per i pazienti. Collaborazioni che fanno dell’industria farmaceutica uno degli esempi più avanzati di Open Innovation.
La crisi sanitaria ha reso evidente la necessità di rafforzare ancora di più la collaborazione tra imprese, istituzioni e sistema della ricerca, per accelerare i processi di innovazione già in corso e migliorare la salute e l’aspettativa di vita dei cittadini, attrarre nuove risorse e talenti per lo sviluppo economico e sociale del Paese.
Attrattività che ha bisogno di strumenti e regole certe per incentivare la ricerca di base, gli studi clinici, la registrazione e la protezione dei brevetti, il trasferimento tecnologico e digitale delle informazioni, rendere più forte l’ecosistema italiano dell’innovazione. A tutto beneficio dei pazienti di oggi e di domani