Le imprese del farmaco sono pronte a investire almeno un miliardo e mezzo di euro nei prossimi 3 anni, di cui 470 milioni già dichiarati. E a creare 2.000 nuove opportunità di lavoro per i giovani.
Un’inversione di tendenza positiva per l’economia italiana annunciata a Roma da Farmindustria nel corso dell’Assemblea pubblica 2014. "È appena iniziato il semestre di presidenza italiano in Europa – ricorda Massimo Scaccabarozzi, presidente Farmindustria – un’ottima occasione per dimostrare quanto vale l’Italia e quanto valgono le industrie.
Le imprese del farmaco, consapevoli della loro eccellenza a livello internazionale, sono pronte a raccogliere la sfida. Oggi – afferma – ci sono le condizioni per ricreare lavoro. Servono però stabilità del quadro normativo e certezza delle regole.
Il premier Matteo Renzi, il ministro della Salute Beatrice Lorenzin e i Governatori di Lombardia e Lazio, Roberto Maroni e Nicola Zingaretti, hanno dimostrato ripetutamente di credere nel settore e di considerarlo un importante asset industriale ad alta tecnologia". Ma "l’Italia ha necessità di una governance farmaceutica più efficiente, così come è opportuno semplificare la burocrazia e sviluppare un contesto più attrattivo per l’innovazione, cuore pulsante dell’attività delle imprese e impegno verso i pazienti".
Le aziende farmaceutiche vogliono dunque costruire il futuro senza il continuo timore di ostacoli o blocchi, evidenzia Farmindustria, secondo cui bisogna però velocizzare le procedure burocratiche riferite ai nuovi investimenti; accelerare l’accesso all’innovazione frenato da troppi vincoli nazionali e regionali; aiutare le imprese a utilizzare i Fondi europei per produzione e R&S; individuare sistemi premiali per i prodotti che contribuiscono agli investimenti; rendere più veloci le ispezioni ai siti produttivi.
Interventi da accompagnare, secondo le industrie, a una revisione del Titolo V della Costituzione, per riportare ‘al centro’ – e quindi al ministero della Salute e all’Aifa – la politica farmaceutica oggi suddivisa in 21 realtà territoriali. Con pesanti conseguenze per i pazienti che sperimentano sulla pelle la prova tragica della ‘lotteria della nascita’, per cui chi vive in una Regione può contare su elevati livelli di assistenza, mentre chi risiede in un’altra è costretto a migrare altrove per ottenere la terapia innovativa, incalza Farmindustria.