30/07/2012
Con l’impostazione confermata anche con il maxiemendamento al decreto sulla spending review ha vinto la demagogia e l’ideologia anti-industriale. Questo è il Paese dove si fanno blitz notturni, sulle spalle di lavoratori e imprese, costringendo poi ad apporre modifiche in corsa, nella direzione di compromessi al ribasso, senza aver valutato impatti e conseguenze di queste misure. Chi ha portato avanti la scelta della prescrizione del principio attivo, si dovrà assumere la responsabilità degli effetti di una norma discriminatoria per l’industria, che non porta risparmi allo Stato – e quindi non è nell’ottica della spending review – e crea un mercato protetto. E non si capisce inoltre il motivo di togliere al medico la scelta prescrittiva. Da luglio dell’anno scorso, in 12 mesi il settore farmaceutico è stato oggetto per ben 3 volte di provvedimenti legislativi che hanno modificato il quadro di riferimento. Alcuni di questi hanno prodotto pesanti effetti economici sulle industrie farmaceutiche. L’Italia attraversa un delicato momento storico, ha necessità di mantenere quello che ha di buono e di sviluppare nuove opportunità economiche. E non di segnali che deprimono le possibilità di ripresa, mettono a rischio la sopravvivenza dell’industria farmaceutica con conseguenze sugli investimenti in ricerca e produzione, in essere e quelli futuri. Dal punto di vista produttivo la combinazione delle misure ipotizzate inserite nel decreto della spending review determina un danno irreparabile in termini di investimenti e occupazione con gravi effetti sull’economia del Paese perché il bilancio economico della manovra è sicuramente negativo.
Dichiarazioni del Presidente Massimo Scaccabarozzi su spending review
28/07/2012
"Nel cuore della notte e’ stato approvato dalla Commissione Bilancio del Senato un emendamento che introduce una drastica misura, senza precedenti, che esautora il medico dalla scelta del farmaco – con la sola prescrizione del principio attivo – e che colpisce al cuore l’industria farmaceutica in Italia. Essa si è peraltro aggiunta ad un pesante taglio della spesa territoriale previsto nella spending review che si rileverà insostenibile. Una misura, che nulla ha a che fare con la spending review. E che creerebbe un mercato protetto per i prodotti senza marchio, producendo un’inaccettabile discriminazione e distorsione della corretta competizione, in contrasto con la necessità di sostenere l’innovazione e lo sviluppo industriale. E’ una decisione che non ha senso in quanto il 90% delle confezioni dispensate e dei prodotti è a brevetto scaduto e non genera alcun vantaggio per lo Stato, che già oggi sostiene il solo costo del medicinale a prezzo più basso, né per il cittadino che può scegliere quest’ultimo su segnalazione obbligatoria del medico e del farmacista in base alla normativa vigente. In un sistema peraltro in cui i prezzi dei farmaci sono i più bassi in Europa, come riconosciuto anche dal Parlamento Europeo, e l’accesso all’innovazione è da tempo fortemente penalizzato.