Alla Farmindustria non piacciono le linee guida sull’informazione scientifica del farmaco elaborate dalla Conferenza dei presidenti delle Regioni. “Troppo burocratiche, troppo concentrate su lacci e lacciuoli del lavoro dell’informatore e molto poco sul risultato finale, cioè l’appropriatezza delle prescrizioni”. A commentare le indicazioni dettate in materia di informazione medico-scientifica, sulle quali ciascuna regione sarà chiamata e legiferare, è Emilio Stefanelli, vice presidente di Farmindustria, intervenuto a Roma a un convegno sul tema. “Non ci convince il fatto che l’informatore andando 3 o 5 volte l’anno dal medico – spiega Stefanelli citando una delle regole previste dalle linee guida – voglia dire fare bene o male l’informazione scientifica. Che va invece valutata come risultato e che deve avere come ‘stella polare’ l’appropriatezza prescrittiva”. Stefanelli non boccia ‘in toto’ il documento, ma ritiene che le Regioni avrebbero “potuto andare in una direzione più di sostanza e meno di forma, più di principi e obiettivi strategici e meno di ‘numeri e regolette’. Ci aspettiamo quindi – conclude – che le singole Regioni vadano in questa linea, e soprattutto che la normativa regionale sia il più omogenea possibile sul territorio nazionale. Al contrario si arriverebbe a situazioni in cui una regione permette 3 visite l’anno e un’altra 5 o addirittura al paradosso che per ogni regione l’azienda debba predisporre diversi stampati da dare al proprio informatore”.
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