(AGI) Roma – L’industria farmaceutica italiana si conferma all’avanguardia in ricerca e sviluppo: la ricerca per creare nuovi farmaci e’ sostenuta per il 90% dalle imprese, e il settore conta 6.050 addetti alla R&S, il 9,1% del totale (contro l’1,6 nella media dell’industria); 2,4 miliardi di euro di investimenti, dei quali 1,2 in Ricerca (il 12,2% dell’industria manifatturiera) e 1,2 in impianti ad alta tecnologia; 25 miliardi di produzione, il 56% dei quali rivolto all’export (14 miliardi); 66.700 addetti diretti (90% laureati o diplomati). Sono le cifre fornite da Farmindustria, che ha presentato oggi alla stampa la nuova ‘squadra’ capitanata dal neopresidente Massimo Scaccabarozzi, affiancato dai vicepresidenti Lucia Aleotti, Maurizio De Cicco, Francesco De Santis, Daniel Lapeyre, Emilio Stefanelli.
07 LUG 2011
Farmindustria contro la manovra
"Ancora tagli, subito un tavolo"
Il neopresidente Scaccabarozzi presenta il nuovo consiglio e attacca: "Abbiamo proposte alternative, il governo ci ascolti"
ROMA – Per le imprese del farmaco la manovra economica appena varata dal governo "è iniqua e inaccettabile", e "colpisce pesantemente l’innovazione nel suo complesso, con un effetto boomerang per il paese". Lo ha sottolineato il nuovo presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, che succede a Sergio Dompè. Le imprese, ha detto Scaccabarozzi, "chiedono la convocazione urgente di un tavolo con il ministero della Salute, quello dell’Economia e finanze, le Regioni e l’Aifa per considerate la sostenibilità della spesa e l’impatto della manovra sul settore". Il neopresidente di Farmindustria non nasconde il disappunto della categoria: "Ci era stato garantito che stavolta la farmaceutica non sarebbe stata toccata, e invece viene previsto un nuovo taglio di 800 milioni sullo sfondamento della spesa ospedaliera, che ha un tetto, del 2,4%, sottostimato e impossibile da rispettare. Abbiamo superato il punto di saturazione, negli ultimi anni abbiamo avuto oltre tre miliardi di euro di tagli, non sono più accettabili manovre di questo tipo".
Farmindustria, assicura Scaccabarozzi, "ha proposte alternative a questi tagli e le sottoporremo al governo. Vogliamo parlare di appropriatezza, compartecipazione, sono queste le ricette per la sostenibilità. Per fortuna c’è un certo margine, perché il decreto dice che queste misure potranno essere superate se si trovano alternative, e noi le vogliamo trovare".
Anche perché, denuncia il numero uno di Farmindustria, "si corre il pericolo di assistere a delocalizzazioni delle produzioni e alla trasformazione dell’Italia da terzo produttore Ue a mercato di consumo di medicinali sviluppati e prodotti all’estero, e portare la Ricerca fuori dai nostri confini. Con effetti pesanti sull’occupazione, già diminuita di 8.000 addetti qualificati dal 2006 (cioè l’11% del