ISOLDI andranno alla Regione e allo Stato: più di sette milioni di euro, frutto dei patteggiamenti delle nove case farmaceutiche, coinvolte nell’indagine sulla farmatruffa. Si è concluso così il primo troncone del procedimento (quello riguardante la responsabilità delle persone giuridiche e quindi delle società) nato dall’inchiesta che ha coinvolto 126, tra informatori scientifici, medici e farmacisti.
Sono stati il procuratore capo Emilio Marzano e il sostituto Ciro Angelillis (titolare del fascicolo) a tracciare un bilancio. «Mi auguro che la somma recuperata sia destinata dalla Regione Puglia per realizzare un’opera visibile che sia il fiore all’occhiello dell’attività svolta» ha spiegato il capo della magistratura inquirente barese. Dopo lo scandalo sulla farmatruffa, il pm Angelillis aveva chiesto la sospensione per tre mesi dell’attività in Italia delle otto case farmaceutiche. Una richiesta revocata dopo l’impegno delle aziende a modificare i propri modelli organizzativi. Da qui il patteggiamento, concordato da accusa e difesa, e ratificato dal gip. Complessivamente la somma recuperata è di sette milioni e 120 mila euro, cifra alla quale dovranno aggiungersi anche gli interessi maturati dal deposito in banca. La Pfizer ha versato un milione e mezzo di euro, Astrazeneca novecentomila, Lusofarmaco e Novartis poco più di un milione, Recordati 724mila, Bracco 718mila , Bristol 359mila, Biofutura 474mila e Glaxo 419mila. La somma vale come risarcimento, ma copre anche il valore del maggior profitto e della sanzione. Alla Regione saranno destinati due milioni e 950 mila euro, una cifra equivalente al danno subito con la farmatruffa. Il resto della somma finirà nelle casse dello Stato.
Durante la conferenza stampa, alla quale hanno partecipato i carabinieri del Nas e i vigili urbani che all’epoca condussero le indagini, il procuratore capo ha sottolineato l’importanza delle intercettazioni.
«L’inchiesta che ha portato al recupero dei fondi è stata possibile grazie alle intercettazioni che alle volte costano pure, ma alla fine pagano» ha spiegato e poi aggiunto: «Una certa preoccupazione sui progetti in gestazione in campo legislativo la avvertiamo perché le intercettazioni sono uno strumento importante per arrivare alle affermazioni di responsabilità». Il patteggiamento delle nove aziende farmaceutiche ha chiuso solo un capitolo della storia giudiziaria della farmatruffa: 101, tra farmacisti, medici e informatori scientifici, sono infatti imputati nel processo con il rito dell’ordinario che per motivi di spazio sarà celebrato nelle aule della Corte d’assise. I rappresentanti delle case farmaceutiche promettevano regali ai medici che prescrivevano i medicinali delle loro aziende. I farmacisti ritiravano le fustelle. Le indagini hanno accertato come i farmaci, in alcuni casi costosi antitumorali, venissero poi gettati anche nei bidoni dell’immondizia. Il rischio di prescrizione è concreto.
La Repubblica del 17/02/2009 , articolo di GABRIELLA DE MATTEIS ed. Bari p. 07
AF