Settantotto condanne per circa complessivi tre secoli di carcere, ventuno assoluzioni, provvisionali per 600mila euro alla Regione Puglia, un «tesoretto» di sette milioni di euro che le nove case farmaceutiche coinvolte nel procedimento hanno pagato, patteggiando, per evitare l’interdizione dall’esercizio dell’attività d’impresa e che, in attesa di essere assegnati in parte alla Regione, in parte all’Erario, fruttano interessi che contribuiscono ad «autofinanziare» gli uffici giudiziari. Anche se – va sottolineato – la sentenza giunge a pochi mesi dalla prescrizione dei reati di corruzione, falso e truffa. Tuttavia, avendo il collegio riconosciuto a molti dei medici e degli informatori scientifici il ruolo di promotori e organizzatori delle presunte organizzazioni, si sono allungati i termini di prescrizione relativamente al reato di associazione per delinquere.
Il sipario su «Farmatruffa», il raggiro da oltre 20 milioni di euro al servizio sanitario nazionale, per ora si è chiuso così. Con il Tribunale di Bari che ha pienamente accolto la tesi dell’accusa, rappresentata dal pm inquirente Ciro Angelillis, affiancato, durante la lettura del dispositivo dal procuratore Antonio Laudati. «Ho voluto solo far capire al collega che ho apprezzato il suo lavoro», ha detto ieri il capo dell’ufficio. Nessun trionfalismo, dunque. «Le sentenza si rispettano, non si commentano».
Solo per leggere il dispositivo, tornando a Farmatruffa, c’è voluta più di un’ora. Condanne per oltre 260 anni di carcere, sostanziale accoglimento dell’impianto accusatorio, riconoscimento dell’associazione a delinquere per tutti gli imputati accusati di questo delitto, prescrizione dei reati commessi prima del 2002. La Procura aveva ragione: la truffa da oltre 20 milioni di euro al servizio sanitario nazionale c’è stata. La pena più alta è stata inflitta a Michele Salzo, il presunto capo dell’organizzazione, condannato a sette anni di reclusione (un anno in più rispetto a quanto era stato richiesto al termine della requisitoria). Quella più bassa a sei mesi di reclusione. La Regione Puglia, costituita parte civile, aveva chiesto cinque milioni di euro a titolo di risarcimento danni. Il Tribunale ha riconosciuto una provvisionale di circa 600mila euro rispetto al milione richiesto.
Per le altre parti civili, le Asl di Brindisi, Lecce e Bari, l’ordine dei medici quello dei farmacisti i danni saranno quantificati in separata sede. I fatti contestati a medici, farmacisti, informatori scientifici, capi area di case farmaceutiche, risalgono al 2000-2003. Secondo l’accusa, i medici di base dopo aver ricevuto danaro ed altre «utilità» dagli informatori scientifici hanno prescritto farmaci all’insaputa dei loro pazienti ma avvalendosi della complicità dei farmacisti. Associazione per delinquere, truffa, corruzione, falso, riciclaggio e comparaggio i reati. Quasi sessanta udienze, 410 testimoni ascoltati (di cui 350 da gennaio fino a luglio scorso), un collegio giudicante cambiato diverse volte, 101 imputati, un ritmo di due udienze a settimana. Sono i numeri principali del processo partito il 12 novembre 2008 e concluso ier