Hanno ammesso le loro colpe e hanno deciso di patteggiare la pena. Per questo la Procura di Bari ha potuto riscuotere, nei giorni scorsi, sette milioni e centoventimila euro pagate da nove case farmaceutiche. L’inchiesta sulla farmatruffa ai danni del servizio sanitario nazionale segna un suo primo risultato. Proprio stamattina, il procuratore della Repubblica di Bari, Emilio Marzano, ha descritto nel dettaglio gli sviluppi di una indagine che vede coinvolti 111 imputati di cui 101 rinviati a giudizio (uno ha patteggiato la pena e quattro sono stati prosciolti, due di questi per sopraggiunta morte, ndr).
Tra gli imputati figurano informatori scientifici di note case farmaceutiche, ma anche farmacisti e medici di base.
Il processo inizierà il prossimo 26 febbraio. La stragrande maggioranza delle persone coinvolte dovranno rispondere all’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla truffa di corruzione, falso, riciclaggio e comparaggio. Secondo la Procura, il sistema architettato dalle aziende farmaceutiche era quello di procacciarsi il beneplacito dei medici di base attraverso viaggi internazionali o favori di vario genere. L’obiettivo era quello di far prescrivere, all’insaputa dei pazienti, medicinali salva vita il cui costo poteva superare le 500 euro a confezione. A questo punto entrava in gioco la complicità dei farmacisti. Questi ultimi, infatti, staccavano le fustelle dagli scatoli dei farmaci e le gettavano nella spazzatura. Ciò consentiva di incassare dal servizio sanitario nazionale il denaro senza passare attraverso una prescrizione assegnata ad un paziente, per davvero affetto da una patologia che richiedeva la somministrazione del farmaco.
Una attività ripresa dalle telecamere dei Nas dei carabinieri nel corso delle prime indagini. A patteggiare la pena e a pagare la maximulta sono state le case farmaceutiche Pfizer (1,5 milioni di euro), Astrazeneca (900mila), Lusofarmaco (1,016 milioni), Novartis (1,010 milioni), Recordati (724mila), Bracco (718mila), Bristol Myers Squibb (359mila), Biofutura (474mila), Glaxosmitkline (419mila).
Sebbene sia prematuro per affermarlo con certezza, è assai probabile che l’inchiesta sulla farmatruffa finirà per molti indagati con la prescrzione dei reati prevista per il 2010. I tempi della giustizia ordinaria sono quelli che sono e pensare che in un anno e mezzo si possa arrivare ad una sentenza definitiva sembra, al momento, improponibile.
16 febbraio 2009
di La Redazione http://www.barilive.it/news/news.aspx?idnews=12606
AP