Nel corso di un convegno al Senato, presentato il sito che nasce con l’obiettivo di creare connessioni tra industria e professionisti, ma anche di valorizzare le opportunità formative. I segnali sono infatti preoccupanti. Dal 2006 a oggi è aumentata la percentuale di coloro che si dichiarano pentiti della scelta della facoltà di Farmacia: dal 25% al 37,4%.
16 giugno 2015 – Il Farmacista on line
16 GIU – Ad un anno dal conseguimento del titolo il 52,2% dei farmacisti lavora, dopo tre anni il totale degli occupati sale al 77%, sino ad arrivare dopo cinque anni all’84%. Tra i neolaureati soltanto il 25,9% svolge un lavoro stabile, con una retribuzione poco superiore ai 1.100 euro netti. Nel complesso, con riferimento all’attuale condizione professionale, nel 25,3% dei casi si tratta di precari e non occupati, il 61% lavora in farmacia o in parafarmacia, il 13,8% è dipendente della pubblica amministrazione oppure dell’industria farmaceutica e l’1,7% lavora in ambiti non attinenti alla laurea. La porzione più ampia degli occupati è comunque a tempo determinato (63,9%). E’ questo il quadro tratteggiato da un’indagine che la Federazione degli ordini dei farmacisti italiani (Fofi) ha commissionato al Censis. Il lavoro, calibrato su un campione di oltre 500 farmacisti con meno di 45 anni e non titolari o soci di farmacia, è stato presentato al Senato nel corso di un convegno promosso dalla Fofi e dalla Fondazione Cannavò.
Il primo elemento di rilievo è legato al confronto con i dati ottenuti dall’indagine Censis-Fofi condotta nel 2006. In particolare è aumentata la percentuale di coloro che si dichiarano pentiti della scelta della facoltà di Farmacia: è passata dal 25% al 37,4%. L’86,5% degli intervistati ritiene inoltre che via sia un problema di collocazione professionale, pari a circa il doppio rispetto a dieci anni fa. Importante poi evidenziare che oltre la metà dei rispondenti (56,2%) si reputa informato e giudica interessanti nuove opportunità di sviluppo professionali, in campi differenti da quello tradizionale. Si tratta, tuttavia, di possibilità che nel Sud e nelle Isole vengono considerate assenti nel luogo in cui si vive: 74,1% contro il 55,1% del Nord.
Proprio per rispondere alle criticità emerse, la Fofi ha scelto di creare uno strumento in grado di avviare una comunicazione costante tra i professionisti che cercano occupazione e i soggetti che vogliono offrire forza lavoro. Nasce così la piattaforma Farma Lavoro, che consente agli operatori dell’industria di conoscere il profilo dei laureati in farmacia e Ctf e ai giovani di orientarsi nell’arcipelago delle occasioni di formazione post-laurea, ma anche di gestire in prima persona e in tempo reale i propri dati e le candidature.
“Un’iniziativa che costituirà un solido sostegno per le nuove generazioni – ha spiegato il senatore e vice presidente della Fofi Luigi D’Ambrosio Lettieri – Da tempo la Federazione ha infatti segnalato come anche nella nostra professione, e nel comparto del farmaco in generale, si avverta l’effetto della crisi economica. Da almeno un triennio avvertiamo il costante aumento delle difficoltà dei “nostri” giovani nel trovare una collocazione e, parallelamente, il venir meno della loro fiducia. Pesano la difficoltà a trovare un primo impiego adeguato al percorso di studi, ma anche le insoddisfazioni per il trattamento economico e la precarietà, e la percezione che la professione sia oggetto di uno svilimento”.
Le difficoltà segnalate dall’indagine Censis sono consistenti e sempre più strutturali. Soltanto per il 33,4% l’occupazione attuale coincide con il primo lavoro svolto dopo la laurea, mentre il 61,3% ha ricoperto più impieghi attinenti al titolo conseguito. E, ancora allarmante, sono pochi (32,1%) coloro che esprimono soddisfazione perché la loro situazione è in linea con le aspettative. L’iniziativa Farma Lavoro viene quindi, fisiologicamente, accolta con grande favore. Due intervistati su tre ritengono che il portale sia utile, il 70,7% vorrebbe utilizzarlo per trovare annunci di lavoro e il 47,6% per ottenere informazioni su occasioni differenti da quelle tradizionali, il 39,7% per ricevere informazioni su concorsi, bandi e borse di studio, e il 37,3% sull’offerta formativa post-laurea.
E’ evidente – ha osservato Concetta Maria Vaccaro, Responsabile welfare e salute della Fondazione Censis – che le difficoltà non sono dovute soltanto agli effetti della crisi ma anche a dinamiche interne alla professione del farmacista, come sottolinea la metà degli intervistati. In questo quadro va però segnalato che questo segmento della categoria, quello fino a 44 anni di età, ha un atteggiamento in larga misura proattivo. Emerge dalla diffusa conoscenza delle possibilità di accedere a nuove posizioni nel mondo del lavoro, così come dall’importanza attribuita alla formazione post-laurea. Nella ricerca di lavoro, un ruolo fondamentale è assunto da Internet, utilizzato per la ricerca di un lavoro nell’ultimo anno dal 62,8%. Non stupisce quindi che due intervistati su tre pensino che la piattaforma Farma Lavoro possa rappresentare uno strumento di indubbia utilità per migliorare l’incontro tra domanda ed offerta di lavoro, in un contesto dove le opportunità di collocazione professionale dei farmacisti appaiono in evidente trasformazione”.
Il portale punta fortemente su un elevato grado di innovazione, sia sotto un profilo tecnologico che a livello di organizzazione dei contenuti. “Nella gestione dei cambiamenti strutturali e culturali che caratterizzano le crisi socio-economiche, è sempre fondamentale l’alleanza di tutti gli stakeholder. I principali attori del settore farmaceutico hanno condiviso l’importanza vitale di fare sistema e hanno accolto l’invito della Fofi: istituzioni, enti e associazioni di rappresentanza, mondo universitario, industrie e aziende private, hanno appoggiato il progetto, la più significativa iniziativa nazionale di sostegno all’occupazione dei laureati in farmacia e CTF. Si tratta della prima piattaforma digitale del settore che agevola l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, fornisce il necessario orientamento formativo e lavorativo alle nuove generazioni, accompagna lo sviluppo professionale, e si pone come osservatorio permanente di monitoraggio degli scenari e dei nuovi sbocchi occupazionali” ha riferito Emanuele Rigon, Pharma & Healthcare Director Methodos.
“La progettazione del portale risponde perfettamente alle esigenze peculiari di questa fase economica – ha garantito Luigi Bobba, sottosegretario al Lavoro – L’idea vincente è stata configurarlo come un vero e proprio strumento di servizio, in uno scenario in cui persistono gli squilibri territoriali e in cui il lavoro atipico prevale purtroppo su quello stabile. Il mercato del lavoro necessita sempre più di servizi di formazione, orientamento e ricollocazione”.
Un percorso battezzato con convinzione e un pizzico di orgoglio dal senatore Andrea Mandelli, presidente della Fofi. “Abbiamo messo in campo la nostra capacità di guardare in faccia la realtà, promuovendo un’iniziativa interamente all’insegna del pragmatismo. Lo scenario è difficile ed è ormai tramontato lo stereotipo del farmacista ricco a prescindere. è indicativo il giudizio, che accomuna l’81% del campione, che il ruolo professionale sia attualmente svilito dall’equiparazione tra farmacista e commerciante. E’ un aspetto che abbiamo affrontato fin dal Documento federale sulla professione del 2006 e che è stato il motore di tutte le iniziative federali, volte a costruire un ruolo sempre più attivo del farmacista nel processo di cura: vanno in questa direzione l’impegno per la Legge sulla farmacia dei servizi, l’istituzione nel fascicolo sanitario elettronico del dossier farmaceutico; la nostra sperimentazione dell’I-MUR, la revisione dell’uso dei medicinali a supporto dell’aderenza alla terapia, che oggi è stata inserita dal National Institute for Clinical Excellence nel registro delle sperimentazioni che disegnano le buone pratiche assistenziali. L’impegno della Federazione su questo fronte è nato anche dalla constatazione che, in epoca di processi di automazione e digitalizzazione, sono le attività rivolte direttamente alle persone che possono garantire uno sviluppo dell’occupazione, assieme ai settori innovativi del comparto del farmaco e del benessere. La Fofi ha sempre praticato una strategia in cui tutti i passi devono avvicinarci all’obiettivo di un ruolo centrale della nostra professione e – ha concluso i lavori – ritengo che il passo che abbiamo illustrato oggi sia particolarmente significativo”.
Gennaro Barbieri
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Tasso di disoccupazione ad 1 anno dalla laurea. Si nota tuttavia un lieve miglioramento nell’anno 2014. Se si analizza un periodo più lungo dal momento dalla laurea, la situazione è più confortante perché il tasso di disoccupazione si abbassa al 9,6% a 3 anni e al 6% a 5 anni dalla laurea (dati 2013).
Disoccupazione, giovani farmacisti: difficile ricollocarsi
Una situazione preoccupante per disoccupazione e inoccupazione, una sfiducia sempre maggiore tra i giovani, che li spinge talvolta ad abbandonare la ricerca del lavoro, e contemporaneamente una farmacia, indicata come il principale sbocco occupazionale per i laureati in farmacia e Ctf, «vessata» e che subisce un quadro normativo di incertezza. È questo il quadro che delinea Pia Policicchio, presidente Fenagifar, sulla situazione che quotidianamente viene percepita, all’indomani della presentazione del progetto Farma Lavoro e dei dati diffusi dalla ricerca Censis sul contesto occupazionale.
«La situazione che percepiamo» spiega Policicchio «è preoccupante e quello che vediamo è una grande sfiducia da parte dei giovani, che rischia di portare chi non trova lavoro a smettere addirittura di cercarlo. La situazione è peggiore al sud, come messo in luce dalla ricerca del Censis, ma ci sono poi contesti in cui il problema si avverte con ancora maggior forza. Pensiamo a quelle piccole città, sedi universitarie, dove escono laureati più della possibilità di collocamento sul territorio e credo che il problema vada affrontato anche all’origine». In generale, «la situazione che percepiamo è di alti tassi di disoccupazione e di un’occupazione che nella maggior parte dei casi, e per lungo tempo, non è stabile, ma vive di collaborazioni, sostituzioni e così via. Certo, quello che stanno vivendo i laureati in farmacia non è dissimile da quanto avviene in altre professioni, ma qui va rilevata una tendenza più bassa a ricollocarsi in altri settori».
Detto questo, «non ci stupiamo di questa situazione: la situazione economica, in particolare delle farmacie, la conosciamo bene. E per altro non si può far finta di non vedere che la farmacia viene da anni di vessazione da parte della politica e soprattutto vive un momento di grande incertezza, con all’orizzonte riforme che potrebbero destabilizzare l’intero sistema, senza però che se ne riescano a capire tempistiche e contorni definiti, come il ddl concorrenza, o anche la spada di Damocle del concorso. In questo momento ci sono 17mila farmacie che sono ferme e questo costituisce un danno in termini economici e occupazionali».
Rispetto al progetto lanciato da Fofi e dalla Fondazione Cannavò, Farma Lavoro, «credo possa essere, se ben avviato e gestito, uno strumento utile, perché dà la possibilità di far incontrare domanda e offerta di lavoro, a livello nazionale, con potenzialità anche di sviluppo verso l’estero, e mette le basi per una mobilità del mondo del lavoro, con la possibilità anche di realizzare scelte di vita diverse o di poter collocarsi in ambienti e contesti diversi, superando i limiti di una ricerca del lavoro e di un passaparola che spesso ha base locale. Il nostro auspicio è che venga quanto prima riempito, da imprese ma anche da farmacie».