Noi della FNPI non siamo mica gelosi delle nostre idee, ne abbiamo così tante.
Scherzi a parte, ringrazio il dott. Cabas della lucidità dei suoi ragionamenti, che accolgo con piacere, soprattutto nel constatare che a fronte di una politica che purtroppo pare sempre più dedita alla mercificazione di questa professione, proiettandola verso i grandi capitali, ci sono sempre più colleghi, di farmacia, parafarmacia, dipendenti, titolari, ospedalieri, territoriali, che in qualche modo si stanno ribellando a questo indirizzo e a poco a poco si stanno coagulando attorno ad alcune idee, come a difendere il fortino della nostra professione e professionalità. Tengo a precisare al collega solo che noi farmacisti titolari di parafarmacia rifiutiamo categoricamente l’etichetta di promotori di “rivendicazioni di natura direttamente o indirettamente economica”.
Anzi ci ritroviamo spesso incredibilmente soli nel difendere strenuamente il ruolo del farmacista. Quello che andiamo sbraitando a chiunque sia disposto ad ascoltarci è proprio che la categoria dei farmacisti, a cui apparteniamo, dovrebbe puntare di più alla valorizzazione della propria dignità professionale, senza per esempio farla dipendere dal luogo dove tale professione viene esercitata, né tantomeno asservirla a logiche di puro mercato come quelle dei grandi capitali in arrivo. In questo contesto le nostre rivendicazioni imprenditoriali coincidono splendidamente con quelle professionali, e questo rende ancora più incomprensibile il muro di ostracismo eretto ad ogni nostra proposta. Si torna sempre lì: si preferisce far entrare i grandi capitali, azionisti e squali del marketing nel mondo della farmacia piuttosto che investire, imprenditorialmente e professionalmente sulla figura del farmacista, ovunque lavori. Da qui nasce la nostra proposta, già depositata presso il Ministero della Salute, della figura del farmacista prescrittore.
E avrà pure fatto un corso adeguato per poter prescrivere e dispensare con criterio maggiore, invece di giocare a fare il medico, mentre oggi troppe dispensazioni e troppi consigli sono fatti in modo approssimativo e arrembante, oltre che illegale. In questo senso invito anche la categoria dei medici a riflettere su quanto la loro preparazione e professione venga quotidianamente usurpata, non da tutti, certo, conosco tantissimi farmacisti validissimi, ma da molti. L’introduzione del ruolo del farmacista prescrittore potrebbe arginare questo fenomeno, a tutto vantaggio del cliente/paziente.
Dott. Matteo Branca
By Redazione – 9 giugno 2016 – quellichelafarmacia.it
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