La Federazione Nazionale Parafarmacie Italiane sta portando avanti da qualche anno la proposta di introduzione in Italia della figura del farmacista prescrittore. Bene che ora altre voci si uniscano alla nostra. Che se ne prenda pure chiunque la paternità, se serve ad accelerarne l’iter.
Noi della FNPI non siamo mica gelosi delle nostre idee, ne abbiamo così tante.
Scherzi a parte, ringrazio il dott. Cabas della lucidità dei suoi ragionamenti, che accolgo con piacere, soprattutto nel constatare che a fronte di una politica che purtroppo pare sempre più dedita alla mercificazione di questa professione, proiettandola verso i grandi capitali, ci sono sempre più colleghi, di farmacia, parafarmacia, dipendenti, titolari, ospedalieri, territoriali, che in qualche modo si stanno ribellando a questo indirizzo e a poco a poco si stanno coagulando attorno ad alcune idee, come a difendere il fortino della nostra professione e professionalità. Tengo a precisare al collega solo che noi farmacisti titolari di parafarmacia rifiutiamo categoricamente l’etichetta di promotori di “rivendicazioni di natura direttamente o indirettamente economica”.
Anzi ci ritroviamo spesso incredibilmente soli nel difendere strenuamente il ruolo del farmacista. Quello che andiamo sbraitando a chiunque sia disposto ad ascoltarci è proprio che la categoria dei farmacisti, a cui apparteniamo, dovrebbe puntare di più alla valorizzazione della propria dignità professionale, senza per esempio farla dipendere dal luogo dove tale professione viene esercitata, né tantomeno asservirla a logiche di puro mercato come quelle dei grandi capitali in arrivo. In questo contesto le nostre rivendicazioni imprenditoriali coincidono splendidamente con quelle professionali, e questo rende ancora più incomprensibile il muro di ostracismo eretto ad ogni nostra proposta. Si torna sempre lì: si preferisce far entrare i grandi capitali, azionisti e squali del marketing nel mondo della farmacia piuttosto che investire, imprenditorialmente e professionalmente sulla figura del farmacista, ovunque lavori. Da qui nasce la nostra proposta, già depositata presso il Ministero della Salute, della figura del farmacista prescrittore.
Da ultimo faccio notare una cosa che il collega ha trascurato: la figura del farmacista prescrittore, pur con i dovuti paletti, darebbe anche legittimazione legislativa, tirerebbe fuori dal limbo di illegalità quotidiana in cui si trovano oggi tutte quelle farmacie in cui ogni giorno vengono dispensati farmaci da ricetta senza la dovuta prescrizione. Ma non solo, insieme alla legittimazione legislativa finalmente il farmacista prescrittore ne avrà anche la piena responsabilità, ad ogni livello giuridico e istituzionale. Se quindi per molti versi potremo tutti quanti smettere di fare finta di ignorare il fenomeno della dispensazione abusiva, perché entro certi limiti diventerà di colpo legale, dall’altro il farmacista si farà carico non solo dei relativi onori, ma anche degli oneri di responsabilità medica e giuridica.
E avrà pure fatto un corso adeguato per poter prescrivere e dispensare con criterio maggiore, invece di giocare a fare il medico, mentre oggi troppe dispensazioni e troppi consigli sono fatti in modo approssimativo e arrembante, oltre che illegale. In questo senso invito anche la categoria dei medici a riflettere su quanto la loro preparazione e professione venga quotidianamente usurpata, non da tutti, certo, conosco tantissimi farmacisti validissimi, ma da molti. L’introduzione del ruolo del farmacista prescrittore potrebbe arginare questo fenomeno, a tutto vantaggio del cliente/paziente.
Dott. Matteo Branca
By Redazione – 9 giugno 2016 – quellichelafarmacia.it
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