Farmacie. Liberismo esagerato. I titolari possono ridursi a commercianti senza scrupoli
Redazione Fedaiisf
L’ingresso delle società di capitali nella proprietà delle farmacie vedranno i titolari costretti a cercare di aumentare il loro profitto, abbandonando la loro professionalità e coscienziosità a favore di un liberismo esagerato e trasformandosi in commercianti senza scrupoli per i quali la salute dei cittadini sarà l’ultimo dei pensieri.
La misura che introduce un tetto del 20 per cento all’ingresso delle società di capitali nella proprietà delle farmacie consegnerà alla multinazionali e alla grande distribuzione l’intera catena dell’assistenza farmaceutica, così come è accaduto per altre categorie commerciali, riducendo il ruolo dei tanti professionisti, che lavorano a difesa dei cittadini, a semplici “commessi” dipendenti. Un ruolo che non coincide affatto con l’investimento di grandi capitali, che difende gli interessi della finanza, il cui unico obiettivo è accaparrarsi quote importanti dell’intero mercato nazionale. Sarà anche una guerra tra poveri perché i titolari di farmacie che riusciranno a salvarsi, per sopravvivere, all’inizio si vedranno costretti ad aumentare il loro profitto, abbandonando la loro professionalità e coscienziosità a favore di un liberismo esagerato e trasformandosi in commercianti senza scrupoli per i quali la salute dei cittadini sarà l’ultimo dei pensieri. E con ogni probabilità, alla lunga, non avendo più una remunerazione sostenibile, saranno costretti a vendere il loro esercizio alla grande catena della porta accanto.
Toti Amato, presidente dell’Ordine dei medici di Palermo, 2 agosto 2016