FarmacistaPiù, Pani attacca su mancata remunerazione: i capitali entrano perché li avete lasciati entrare
Una prima spinta all’ingresso del capitale in farmacia può arrivare, nel breve periodo, dalla distribuzione intermedia, sia capitalistica sia cooperativa, e dalla sanità ambulatoriale, che può essere interessata a costituire reti nelle vicinanze dei propri punti di accesso, mentre un’azione dalle banche potrebbe richiedere tempi più lunghi e la Gdo sembra meno interessata al momento in mancanza di interventi sulla pianta organica.
Questi alcuni degli spunti emersi nel corso dell’intervento “Ddl concorrenza: un nuovo scenario per la farmacia e per la professione del farmacista con l’ingresso del capitale” di Erika Mallarini, Public Management & Policy Departement, Sda Bocconi, nella cornice di Farmacista Più, in corso a Milano, durante il quale è stato presentato il risultato di un’indagine condotta su 32 paesi che ha confrontato che cosa accade in presenza o in assenza del capitale nell’ambito delle farmacie e ha effettuato interviste a 80 player istituzionali (30 nazionali e 50 internazionali) coinvolti nel processo di liberalizzazione.
«In tutta Europa» spiega «le farmacie indipendenti sono il 54%, mentre il resto è collegato a gruppi, con un 27% rappresentato dalle catene virtuali, 16% dalle catene proprietarie – di queste il 46% ha più di 50 punti vendita – e 4% farmacie pubbliche. Con una gran parte degli attori che sono quelli già presenti in Italia». «In termini di tipologie di proprietà» dall’indagine emerge che «la più forte spinta all’ingresso del capitale in farmacia deriva dalle banche: in una situazione di circa 5.000 farmacie in sofferenza, sono almeno 3000 quelle di cui sono riconosciuti crediti inesigibili.
L‘operazione potrebbe avvenire attraverso la creazione di private equity, ma certamente non realizzarsi in tempi brevi». Azione più immediata può essere quella della «distribuzione intermedia, sia capitalista sia cooperativa, sotto la motivazione del rientro dei crediti e, per le cooperative, anche della tutela delle farmacie: questi sono i soggetti che a breve termine – se il decreto rimane così com’è, cioè senza porre limitazioni a questo livello – probabilmente potrebbero andare a creare le prime reti, mentre per quanto riguarda la grande distribuzione in assenza di modifiche alla pianta organica difficilmente può essere fortemente motivata».
Invece, «ci sono già i piani strategici di aziende che appartengono alla sanità ambulatoriale, che stanno valutando di attivare reti di proprietà soprattutto nelle aree dei loro punti prelievi e di accesso». Ma in generale, è la conclusione, «non basta aprire al capitale per dire che si creeranno delle reti: a determinare l’evoluzione in questa direzione è il sistema complessivo in cui la liberalizzazione avviene, che comprende variabili come pianta organica, eventuali limitazioni alla proprietà, e così via».
Francesca Giani – Domenica, 10 Maggio 2015 – Farmacista33
Pani attacca su mancata remunerazione: i capitali entrano perché li avete lasciati entrare
«L’accordo sulla remunerazione era chiuso, ma i farmacisti non hanno detto chiaro e tondo al ministero dell’Economia e delle Finanze come l’accordo fosse vincolante in termini di legge». Così il direttore generale dell’Agenzia italiana del farmaco Luca Pani si rivolge alla platea di farmacisti convenuta alla tavola rotonda di FarmacistaPiù sul Ddl Concorrenza.
Un’accusa di mancato coraggio della categoria, che chiama in causa neanche troppo velatamente Federfarma, che dell’accordo siglato con l’Aifa il 16 ottobre 2012 era stata artefice. Da quella data non si è mai arrivati a portare a compimento la riforma e si è entrati in un vortice di proroghe, che adesso vede la remunerazione ancora al palo e in attesa di essere definita. Ora il tema è passato sul tavolo della trattativa con le Regioni, all’interno del rinnovo della Convenzione.
«Dobbiamo fare in modo che nel piatto entrino anche innovativi e distribuzione diretta» ha ricordato recentemente il presidente Racca «altrimenti si concretizzerebbe una riforma della remunerazione che non risolverebbe i problemi della farmacia di oggi». Ma ormai è tardi, sottolinea Pani. «L’accordo avrebbe riconosciuto alle farmacie una porzione ma non è stato fatto lo sforzo imprenditoriale necessario. Con il risultato» aggiunge Pani «che ora entrano i capitali e non si può più tornare indietro. I capitali entrano perché li avete lasciati entrare» conclude il direttore generale di Aifa.
Domenica, 10 Maggio 2015 – Farmacista33
L’EVENTO
FarmacistaPiù 2015: la trasformazione della professione è il punto focale della Manifestazione Culturale, voluta dalla Fondazione Francesco Cannavò, patrocinata daFOFI, Farmindustria, Assogenerici, Assosalute, Regione Lombardia e organizzata da EDRA LSWR che si terrà presso Fiera Milanocity dall’8 al 10 maggio 2015.
Per superare le difficoltà del settore è indispensabile un’evoluzione del Ruolo e delleCompetenze del Farmacista; grazie al programma del Comitato Scientifico, che raccoglie le più alte professionalità dell’area, e alle soluzioni concrete fornite dai Percorsi della Specializzazione, FarmacistaPiù dà un contributo fondamentale al Futuro della Professione
“Siamo certi che, in occasione della seconda edizione, concomitante con Expo 2015” sottolinea Andrea Mandelli, presidente FOFI, “avremo modo di rendere ancora più efficace e più appagante per i partecipanti tutta l’organizzazione dell’evento. Una seconda edizione che si arricchisce anche della valutazione dei risultati dei processi che abbiamo avviato nel numero zero, al quale saremo sempre affezionati, e che ha potuto essere di elevato spessore culturale anche grazie al lavoro del Comitato Scientifico.”
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