La spesa sanitaria pubblica corrente italiana tra le più basse d’Europa. La spesa farmaceutica è in continuo calo, nel 2013 pari al 7% della spesa sanitaria pubblica globale. è in aumento la spesa di compartecipazione dei cittadini.
Scritto da Alessandra e inserito in Salute il 30/09/14
Il convengo AUDITA tenutosi ad Ivrea è stata l’occasione per fare un punto sulla sostenibilità dei farmaci nella spesa pubblica italiana. Il cardiologo e professore Francesco Vittorio Costa è intervenuto sul tema, commentando i dati, che vedono la spesa sanitaria pubblica corrente italiana tra le più basse d’Europa, nel 2012 era pari al 7% del PIL, contro il 9% in Francia e 8,7% in Germania. La spesa farmaceutica è in continuo calo, nel 2013 pari al 7% della spesa sanitaria pubblica globale. Sorprende il fatto che la Germania, modello europeo di welfare, registri una spesa farmaceutica molto più alta rispetto a quella italiana, tuttavia occorre tener presente che in Germania c’è un elevata percentuale di prescrizioni di farmaci generici che costano di più rispetto all’Italia.
Diminuisce la spesa pubblica farmaceutica ma è in aumento la spesa di compartecipazione dei cittadini: da 0.98 miliardi nel 2010, a 1.44 miliardi nel 2013.
Per quanto riguarda le patologie cardiovascolari, il costo dei farmaci è una voce secondaria perché ciò che costa sono gli eventi che portano ai ricoveri in ospedale. I costi ospedalieri giustificano il 73% dei costi totali della malattia coronarica, il 94% dei costi dell’ictus e l’80% circa dei costi dello scompenso cardiaco. I benefici di una terapia costante sicuramente aiutano al buon esito della cura. E’ necessario quindi invertire la rotta e pensare ai farmaci come a un investimento utile a ridurre le spese future, come quelle ospedaliere, ma soprattutto, a migliorare lo stato di salute dei pazienti, cosa possibile con la prevenzione.
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