(ANSA) – ROMA, 13 OTT – Per i principi attivi dei farmaci e’ ”un ricorso diffuso agli acquisti presso siti produttivi, soprattutto in Cina ed in India che non vengono ne’ controllati, ne’ certificati da enti terzi”. A dirlo e’ l’Associazione nazionale produttori principi attivi e intermedi per le industrie farmaceutiche, Aschimfarma, che fa parte di Federchimica. I produttori chiedono ”un sistema di controlli ispettivi per tutti gli impianti, nazionali ed esteri, che realizzano principi attivi e farmaci venduti in Italia. Anche a loro spese – sottolineano – per far fronte al fenomeno dilagante della contraffazione del farmaco”. Si tratta di un meccanismo che si sta sviluppando con successo negli Stati Uniti, e il Gdufa, servizio a pagamento per il mercato dei farmaci generici che gia’ la Fda sta sviluppando con successo. L’Italia, storicamente uno dei maggiori produttori di principi attivi a livelli mondiale con 3,2 miliardi di fatturato nel 2010, era virtuosa in questo campo. Ma una direttiva Ue del primo luglio, che i paesi membri devono recepire entro diciotto mesi, non assicura piu’ che i principi attivi utilizzati in Europa siano conformi alle ‘buone norme di fabbricazione’: mancano infatti le ispezioni obbligatorie nei siti extra Ue. ”I vantaggi derivanti dall’introduzione di questa nuova struttura ispettiva sono innegabili – afferma infine il presidente di Aschimfarma, Gian Mario Baccalini – per garantire sicurezza ai cittadini nell’uso dei farmaci generici e all’industria con tempi certi e piu’ celeri per le ispezioni e la registrazione dei dossier. Percio’ chiediamo l’avvio di un tavolo operativo tra autorita’ e imprese per seguire il sistema a pagamento sul modello Usa”.
Gian Mario Baccalini