Cremona, 16 marzo 2017 – “Le strutture ospedaliere pubbliche rischiano di trovarsi a brevissimo a spendere assai più di oggi per l’acquisto di analgesici, antibiotici e addirittura farmaci oncologici, come conseguenza della “fuga” dei fornitori dalle gare per i medicinali off patent”.
A lanciare l’allarme è stato Massimiliano Rocchi, vicepresidente Assogenerici con delega per l’area ospedaliera, intervenendo all’VIII edizione del MePAIE, meeting annuale sul Mercato della Pubblica Amministrazione in Italia e in Europa, in programma oggi e domani a Cremona.
Il focus è sul mercato ospedaliero, affetto da particolari criticità capaci di determinare impasse irreversibili sia sul fronte della concorrenza che su quello della produzione. “In base ai dati Ims dell’anno 2016 – ha infatti spiegato Rocchi – il mercato farmaceutico ospedaliero complessivo è rappresentato da 974 milioni di UMF (unità minime frazionabili-singola fiala,compressa,etc) per un valore pari a 6 miliardi di euro ai prezzi ex-factory, ovvero il prezzo massimo di cessione al SSN non ancora sottoposto, nel caso dei farmaci off patent, allo sconto medio del 60% praticato in gara”.
Le aziende produttrici di generici equivalenti coprono di fatto circa il 32% del fabbisogno (circa 317 milioni di UMF). Nel dettaglio i dati citati da Rocchi si riferiscono in particolare alle seguenti quattro classi farmaceutiche individuate secondo la classificazione ATC (Anatomica Terapeutica Chimica):
– Classe K1 (soluzioni infusionali) di cui le aziende di Assogenerici garantiscono il 99% a volumi (165 milioni di UMF- unità minime frazionabili);
– Classe J1 (antibiotici), per il 69% a volumi (52 milioni di UMF)
– Classe N2 (analgesici) dove il comparto rappresenta il 41% a volumi (30 milioni di UMF)
– Classe L1 (oncologici), per il 35% a volumi (4 milioni di UMF).
I numeri del fenomeno, ha ribadito, sono già noti alle istituzioni: “Una recentissima indagine realizzata da Nomisma sugli effetti delle gare e sulla sostenibilità della spesa ospedaliera evidenzia che negli anni dal 2010 al 2015 il tasso di partecipazione alle gare per le forniture ospedaliere da parte delle aziende genericiste è andato progressivamente diminuendo ed è corrispondentemente aumentato il numero dei lotti non aggiudicati che rappresentano oltre un quarto del totale. E anche la sola ripetizione della gara determina costi extra che potrebbero essere evitati”.
“È evidente – ha concluso – che senza l’introduzione di adeguati correttivi restano pochi margini di sostenibilità nel lungo periodo. E sarà l’intera spesa di settore ad entrare in crisi davvero”.
Comunicato Stampa Assogenerici – 16 marzo 2017
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