I prezzi dei super-farmaci contro l’epatite C “sono ancora per noi inaccettabili. E’ intollerabile che un Governo si faccia dettare l’agenda da chi non è a contatto con i pazienti quotidianamente”. Lo ha detto il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, intervenendo all’incontro ‘Pazienti, clinici e istituzioni per un obiettivo comune: eliminare l’Hcv in Italia’, oggi al dicastero di Lungotevere Ripa. Il nodo è quello del costo dei medicinali, su cui è in corso una trattativa serrata: “L’Agenzia del farmaco – ha aggiunto Lorenzin – sta ancora trattando sui prezzi degli antivirali, ma la trattativa non è ancora chiusa”.
“Questo caso deve essere gestito nell’ottica etica e sociale. Come Italia – ha rivendicato Lorenzin – abbiamo avuto in questo campo una strategia che ci fa stare avanti rispetto all’Europa. Abbiamo deciso di costituire un Fondo e fare un reclutamento dei pazienti con dei Registri che ci permettono di gestire tutti gli acuti”. Si tratta, ha specificato, “di una larga platea, quindi nella trattativa sui prezzi dei farmaci dobbiamo venirci incontro”. Ovvero, “è giusto che ci sia una remunerazione per l’azienda farmaceutica, ma deve essere sostenibile per Paesi come l’Italia che hanno milioni di persone infette”.
E se i pazienti si battono per assicurare a tutti le cure, indipendentemente dalla gravità delle condizioni, il nodo dei prezzi di questi medicinali costituisce una ‘barriera’ anche per altri Paesi. Oggi, ha ricordato Lorenzin, “molti piccoli Paesi europei non riescono a erogare questi farmaci, perché hanno un numero di pazienti troppo piccolo e quindi costa troppo”.
“I 500 milioni di euro previsti dalla legge di Bilancio per i farmaci innovativi ci permetteranno di raggiungere l’obiettivo di curare almeno 50.000 pazienti con epatite C ogni anno, ed eradicare la malattia almeno per quanto riguarda la fase acuta. Così da poter poi allargare le terapie anche a tutti gli altri meno gravi, per scongiurare il rischio di complicanze”, ha poi sottolineato il ministro.
Un impegno, quello dell’Italia, “che ci rende unici in Europa – ha rivendicato il ministro – Applicheremo lo stesso metodo” di reclutamento “per nuovi farmaci in arrivo per Alzheimer, che riguardano una platea altrettanto grande”. Quanto fatto fino ad oggi, ha concluso Lorenzin, “dimostra che le istituzioni sono vicine ai pazienti. Ma se abbiamo realizzato tutto questo, è anche grazie alla collaborazione con le associazioni” di malati.