Ancora brutte notizie per i titolari dalla spesa farmaceutica convenzionata. Che non solo confermerebbe il decremento già registrato a giugno da Federfarma (-6,3%) ma addirittura lo aumenterebbe di due punti, scendendo all’8% a livello nazionale e addirittura al 10% in alcune regioni. Il condizionale è d’obbligo perché al momento si sta ragionando soltanto su proiezioni, ma in Federfarma si respira comunque una certa preoccupazione. Anche perché dalle prime analisi la causa principale di nuova frenata sarebbe da ricondurre alla recente genericazione di alcuni principi attivi a elevato consumo. In attesa dei dati ufficiali, il sindacato titolari conferma comunque la ricetta che vede nella riforma della remunerazione l’unica via di fuga dalla spirale negativa della spesa pubblica. Lo ha ribadito da ultimo l’assemblea generale di martedì scorso, che nel "manifesto" programmatico consegnato all’esecutivo per trattare di riassetto del servizio con governo e regioni ha messo anche l’apertura di quel tavolo sulla retribuzione mista che finora è rimasto soltanto sulla carta della manovra di un anno fa. E a proposito di dati, c’è attesa anche per i calcoli delle Regioni sulla spesa effettivamente sostenuta nel 2010 per la distribuzione diretta. Nelle settimane scorse, infatti, l’Aifa aveva ufficializzato un disavanzo di circa 100 milioni di euro sulla spesa territoriale dell’ultimo anno (cioè convenzionata delle farmacie più diretta delle Asl) determinato da un deficit sulla spesa Pht di circa 210 milioni. La stessa Agenzia peraltro aveva già avanzato ad agosto qualche dubbio sull’attendibilità di tale passivo, conteggiato in base ai dati inviati dalle Regioni e smentito dai rendiconti provenienti dal database della tracciabilità del farmaco (che indicherebbe invece un disavanzo assai più contenuto e in linea con la spesa degli anni precedenti). I tecnici dei governi regionali sono ora al lavoro per ricontrollare i dati ed è evidente che l’attenzione generale è concentrata soprattutto sulla spesa per gli ex Osp-2, riclassificati dall’Aifa nel novembre scorso nel Pht e per dunque gli unici sospettabili dell’inaspettato sfondamento. E anche su questo capitolo le farmacie dovrebbero stare con le antenne alzate. Non per rischi di pay-back (il deficit sulla diretta lo ripagano di tasca propria le Regioni) ma per la logica dei vasi comunicanti con cui da tempo le amministrazioni locali governano la spesa farmaceutica nel suo complesso. E così, con una spesa ospedaliera che cresce vertiginosamente e una spesa per il Pht che nel 2010 si sarebbe "mangiata" tutto l’attivo della convenzionata (fatte salve le verifiche) a qualcuno potrebbe venire la tentazione di spremere ulteriormente la convenzionata per ridurre i passivi sulle altre. Autorizza tali ipotesi il documento delle Regioni in cui si chiedono misure drastiche per il contenimento dell’ospedaliera, tra le quali fanno capolino ancora una volta le gare tra molecole per singole classi terapeutiche.
Farmacista33 – 7 ottobre 2011