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Farmaci e interessi, risparmiare non conviene. Proposta: risparmiare sulle spese di marketing delle aziende farmaceutiche

Le aziende farmaceutiche e chi i farmaci li vendono non hanno risentito della crisi economica che coinvolge il mondo e l’Italia. Questo perché la filiera fa ricadere gli eventuali costi aggiuntivi a chi i farmaci deve assumerli per necessità. Occorrerebbe iniziare invece a pensare che è necessario risparmiare per evitare di creare sacche di persone che evitano di curarsi per scarsità economiche. Così mi viene in mente che si potrebbe cominciare a risparmiare sulle spese di marketing delle aziende farmaceutiche che corrisponde al 2% del fatturato (dati 2010).

Ma quanta è la spesa totale di tutte le aziende farmaceutiche?

Nel computo vanno considerate le spese di produzione e distribuzione dei campioni gratuiti ai medici. Tali campioni non servono al paziente, essendo generalmente non utili ad una terapia completa, e aggravano le spese di smaltimento e di inquinamento di rifiuti speciali, di carta e di plastica. Certo, è poca cosa rispetto al risparmio che si potrebbe avere, intorno al 30% del costo finale, se si distribuissero i farmaci, almeno quelli cronici e mutuabili a carico diretto del Sistema Sanitario Nazionale, in modo diretto al domicilio del paziente.

Risultati immagini per campioni gratuiti medicinaliLa lobby dei farmacisti e dei medici che ha interessi diretti non sarebbero d’accordo a risparmiare diversi centinaia di milioni di euro. E’ di questi giorni ad esempio la notizia di quattro medici indagati a Milano proprio perché avrebbero ottenuto “soldi dalle case farmaceutiche per prescrivere farmaci amici”.

Economicamente peggio è l’uso di prodotti simili con costi enormemente maggiori a carico del SSN. Tipico è il caso Avastin-Lucentis ad oggi non ancora risolto. Spendiamo da anni 500 milioni di euro inutilmente visto che l’Oms ha detto che sono sovrapponibili, in contrasto con Agenzia europea del farmaco AifaSecondo alcune ricerche pubblicate sul British Medical Journal, le scelte di enti regolatori come Ema e Aifa, potrebbero essere state influenzate da timori di azioni legali nel caso di effetti collaterali del farmaco (né Novartis né Roche hanno mai chiesto di utilizzare l’Avastin per curare patologie della vista, le conseguenze di eventuali danni quindi sarebbero a carico soltanto di medici e agenzie del farmaco). Con la probabile presenza di Agenzia europea del farmaco Milano e di Aifa a Roma cosa cambierà?

Clinicamente, ed economicamente, peggio è l’uso di prodotti inutili come alcuni antibiotici che ormai hanno resistenze assolute. Con l’inizio delle vacanze spesso possono presentarsi banali rossori oculari generalmente dovuti ad agenti esterni (sole, salsedine, sabbia) provate ad andare in farmacia ed esponete i vostri sintomi. Come io noto tutti i giorni nella mia professione, il farmacista vende la tobramicina collirio antibiotico: assolutamente inutile e costoso per le tasche del cittadino e della società. Qual’è la motivazione?

Usate l’acqua fresca, per sciacquare gli occhi irritati, e buona estate a tutti.

di Domenico De Felice | 26 luglio 2017 | il Fatto Quotidiano

Redazione Fedaisf

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