Farmaci equivalenti, il contributo della farmacia a un uso consapevole
Redazione Fedaiisf
“I farmaci equivalenti costituiscono una risorsa per i cittadini e per il SSN ed è quindi benvenuta una campagna di sensibilizzazione che faccia maggiore chiarezza sull’argomento e favorisca l’utilizzo consapevole di questi medicinali” osserva Annarosa Racca, presidente di Federfarma, commentando la campagna di Cittadinanzattiva “Io equivalgo”, presentata oggi a Roma.
Le farmacie hanno contribuito alla diffusione degli equivalenti fin dalla loro comparsa sul mercato nel 2001 e si impegnano quotidianamente nello sfatare alcuni pregiudizi che talora ancora permangono su questi farmaci e sulla sicurezza del loro uso, che è invece garantita dalle liste di trasparenza stilate dall’Agenzia Italiana del Farmaco.
Non va infatti dimenticato che la scelta dell’equivalente, o comunque del farmaco a prezzo piu’ basso consente ai cittadini di risparmiare sia quando assumono un farmaco in regime di SSN, evitando di pagare la differenza di prezzo, sia quando chiedono un consiglio per un farmaco senza ricetta.
L’impegno delle farmacie nella diffusione dei farmaci equivalenti continuerà ed è in questo quadro che Federfarma ha deciso di sostenere la campagna di Cittadinanzattiva, finalizzata a informare i cittadini e a riportare l’attenzione su questi farmaci.
N.d.R.: I margini di industrie farmaceutiche, grossisti e farmacie, sui medicinali concedibili a carico del SSN, sono fissati (legge n. 662/96, modificata dalla legge n. 122/2010) nella misura rispettivamente del 66,65%, 3%, 30,35%. Per la farmacia si tratta di margini lordi, in quanto la quota di spettanza teorica è ridotta dallo sconto articolato per fasce di prezzo che le farmacie stesse sono tenute a concedere obbligatoriamente al SSN riportato nella tabella sottostante e che incide mediamente per oltre 5 punti percentuali, e dalla trattenuta dell’1,82%, introdotta dalla legge n. 122/2010. Tali sconti fanno sì che, di fatto, il margine delle farmacie sia regressivo, diminuisca cioè percentualmente all’aumentare del prezzo del farmaco. Sui farmaci equivalenti, che non hanno goduto di copertura brevettuale e che sono inseriti nelle liste di riferimento AIFA, una quota pari all’8% del margine dell’industria è ridistribuita tra grossisti e farmacia secondo le regole di mercato (industria 58,65%, grossista 7%, farmacista 34,35%). [fonte Federfarma]