ROMA – “Contro la spregevole contrattazione sul prezzo di farmaci giocata con la spending review sulla pelle delle persone con patologie croniche”: con questa motivazione il segretario nazionale dell’Aice, Associazione italiana contro l’epilessia, Giovanni Battista Pesce ha iniziato lo sciopero della fame che “si protrarrà sino al ripristino del diritto costituzionale alla salute”. Al centro della questione è “l’infamia che si è subito manifestata nel mondo delle epilessia sui farmaci Keppra-Levetiracetam e Topamax-Topiramato, imponendo alle persone in cura con tali farmaci insostituibili, l’onere d’acquisto di circa 50 e 100 euro a scatola. Una salute anticostituzionale garantita solo ai ricchi”. Pesce ritiene “una violenza inaccettabile e contro la stessa scienza, oltre il possibile derivante danno irreparabile imporre, per supposta e indimostrata equivalenza, di cambiare il farmaco, sia esso generico o di marca, qualora questo determini il controllo delle crisi epilettiche”. Per chi ha raggiunto il controllo delle crisi o il miglior equilibrio possibile, dice ancora Pesce, “cambiare il farmaco, sia esso di marca o generico, è una violenza ingiustificata, un assurdo attentato alla salute e una mercificazione della salute”.
Come riferisce l’Aice in una nota, “l’insostituibilità di un farmaco per la cura dell’epilessia (che viene usato da circa 500.000 italiani) è confermata , in evidenza scientifica, dalla letteratura professionale ( es. E. Perrucca – Epilepsia n. 6) qualora il farmaco determini il controllo delle crisi epilettiche o se in condizione di farmaco resistenza, circa il 30% dei casi, determini significativi miglioramenti in termini di frequenza o tipologia delle crisi”. Tale insostituibilità dei farmaci in dette condizioni – riferisce ancora l’Aice – è il cardine della “Comunicazione Aifa su inserimento nella lista di trasparenza di specialità medicinali contenenti Levetiracetam e Topiramato” del 27/07/2012 e dei comunicati Aice del 21/09/2012 e Lice del 22/09/2012”. Purtroppo “la comunicazione di Aifa non ha forza di legge ed è solo una raccomandazione che potrebbe essere recepita dalle Regioni”. Spiega Pesce che “l’equivalenza tra i farmaci, in questa condizione patologica, non la si ha neppure tra gli stessi generici e la revisione della spesa non può essere cancellazione dei diritti costituzionali. Aice è sostenitrice che i nuovi avvii di terapie vengano fatti con farmaci di minor costo per il Ssn e che le contrattazioni dei prezzi non debbono ledere il diritto alla salute per persone, peraltro già in condizioni di patologie invalidanti”.
Il segretario dell’Aice annuncia che “mercoledì prossimo, se non si sarà posto riparo a questa barbarie, altri dirigenti dell’associazione si aggiungeranno allo sciopero della fame e saremo costretti mettere in campo più severe azioni pubbliche”.