Con l’attuale norma di prescrizione del principio del farmaco non c’è alcun risparmio per il Servizio sanitario nazionale"
“L’arroganza del Governo, in particolare del ministro della Salute, Renato Balduzzi, è davvero imbarazzante: lo è ancor di più di fronte agli emendamenti presentati da Udc, Lega, Pdl e Pd, che eliminano l’obbligo per i medici di prescrivere, invece del nome del farmaco, il principio attivo di un medicinale. Il no del ministro su questo emendamento è motivato con il presunto risparmio per il Servizio sanitario nazionale, cosa peraltro non vera”. Lo hanno ribadito oggi in una dichiarazione comune Emilio Miceli, Sergio Gigli, Paolo Pirani, rispettivamente segretari generali di Filctem Cgil, Femca Cisl e segretario confederale Uil.
“La norma vigente, se non corretta, rischia di creare enormi problemi di carattere occupazionale – insistono i dirigenti sindacali –, e potrebbe indurre alcune aziende a delocalizzare la loro produzione e la loro ricerca, creando così danni al paese e alla crescita del prodotto interno lordo, maggiore di quanto la norma stessa può far risparmiare. Come organizzazioni sindacali e assieme a Farmindustria, abbiamo richiesto da tempo un incontro al Presidente del Consiglio, Mario Monti, per esaminare e valutare il rapporto costi-benefici di tali provvedimenti".
“Sollecitiamo il Governo ad aprire immediatamente un confronto – concludono –, teso a scongiurare imminenti decisioni di tagli occupazionali nelle industrie farmaceutiche, che si aggiungerebbero alla già difficile situazione occupazionale in cui versa un settore strategico per la ricerca e l’innovazione”.