A un’altra categoria di “aziende” del Ssn, le Asl, spetta invece la responsabilità del rosso sulla territoriale. Il buco non è quello voraginoso dell’ospedaliera ma è comunque rilevante, soprattutto se lo si confronta agli anni precedenti (quando gli sfondamenti furono inesistenti o lillupuziani): tra gennaio e maggio la spesa ha toccato i 6 miliardi di euro, pari al 12,8% del Fondo sanitario 2016; in rapporto al tetto (11,35%) ballano circa 700 milioni di “extrabudget”, da addebitare tutti alla distribuzione
Stridono, al confronto, i dati della farmaceutica convenzionata. Grazie alla governance assicurata dai presidi con la croce verde, infatti, i conti della convenzionata rimangono sotto controllo: quasi 3,5 miliardi di euro la spesa registrata nei primi cinque mesi, in calo del 5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente a causa di un consistente decremento delle prescrizioni (-2,7%). E il sospetto è che i medici prescrivano meno non perché circolano meno patologie, ma perché gli italiani trovano sempre più insostenibile il peso di ticket e compartecipazioni: tra gennaio e maggio il gettito derivante è cresciuto di altri 6 milioni di euro, con le compartecipazioni sui generici (prezzo di riferimento) a pesare su tale incremento per la gran parte (66%).
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