Roma, 1 giu. (Adnkronos Salute) – Le prospettive di lavoro per gli 80.000 farmacisti italiani "non sono rosee: il 35% non trova lavoro come farmacista. E anche per gli occupati in farmacia i tempi non sono migliori: contratti di lavoro atipici, stipendi ridotti e al minimo cenno di riduzione del fatturato come in questi mesi, licenziamento". Lo afferma il segretario nazionale dell’Associazione nazionale parafarmacie italiane (Anpi), Massimo Brunetti. Brunetti ricorda come dopo l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, dopo Bankitalia e Confindustria, "anche la Conferenza delle Regioni ritiene che nel campo dei farmaci vi sia una limitazione della concorrenza che provoca un costo aggiuntivo per gli assistiti, mentre la distribuzione delle farmacie sul territorio non è in grado di soddisfare i bisogni delle specifiche realtà regionali. La risposta del Governo – ricorda Brunetti – affidata al ministro Alfano, è ‘non toccare la farmacia che riteniamo funzioni bene’". Brunetti ricorda al Governo che in questi anni "le 3.500 parafarmacie hanno assicurato lavoro a oltre 7.000 farmacisti, garantito risparmi per i cittadini per oltre 1,6 miliardi di euro, investimenti per 600 milioni di euro. Nonostante tutto non siamo ancora soddisfatti, vogliamo fare di più per il nostro Paese. Con la liberalizzazione dei farmaci a pagamento, che aspettiamo da mesi, potremo garantire ulteriori 8.000 posti di lavoro, 700 milioni d’investimento e risparmi per i cittadini per oltre 250 milioni di euro. E’ giunto il tempo – conclude – di dare una scossa all’economia, basta con i privilegi delle corporazioni: liberalizzare i farmaci di fascia C nell’interesse di tutto il Paese".