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Farmaceutica, Menarini guarda ad Asia e Brasile ma l’Italia ora è un problema

L’ACQUISIZIONE DI INVIDA A SINGAPORE A FINE 2011 APRE GRANDI PROSPETTIVE NEL FAR EAST E LUCIA ALEOTTI ANNUNCIA ALTRI SHOPPING. I GUAI VENGONO DAL MERCATO INTERNO CHE RESTA STRATEGICO MA PERDERÀ IL 37% DI RICAVI A FINE ANNO TRA TAGLI ALLA SANITÀ E STOP AI NUOVI FARMACI

Christian Benna

Torino La medicina anti-crisi di Menarini è nel Sud-Est Asiatico. Dopo l’acquisizione a metà novembre di Invida, società farmaceutica di Singapore e presente in 13 paesi dell’area, la multinazionale toscana intende investire ancora nel Far East. «Cina o ancora Singapore», indica Lucia Aleotti, vicepresidente di Menarini, come possibili destinazioni di un prossimo insediamento produttivo nella regione. Invida ha chiuso il 2011 con ricavi per 220 milioni di dollari e 3.500 dipendenti diretti, ma ha «potenzialità per generare un fatturato, da qui a cinque anni, di circa 1 miliardo di euro l’anno, circa il 25% del nostro fatturato». L’operazione spalanca le porte a Menarini della regione Asia-Pacifico che rappresenta il 10% del mercato globale della farmaceutica e cresce a un ritmo del 20% annuo. E il tasso di sviluppo di quelle economie «aumenterà esponenzialmente il bisogno di salute». Da qui radar accessi per ulteriori acquisizioni o nuovi insediamenti produttivi, per soddisfare la domanda di questi mercati emergenti. L’ultimo tassello dell’internazionalizzazione della società toscana, che oggi fattura quasi il 70% dei suoi ricavi all’estero, commercializzando i suoi prodotti in oltre 100 paesi, arriva nei giorni più bui del Made in Italy del settore, con l’arrivo di nuovi tagli alla Sanità e alla farmaceutica. La manovra del governo del luglio 2011, che dovrebbe essere applicata entro il 30 giugno, prevede una contrazione

della spesa in medicinali compresa tra 800 milioni e un miliardo di euro. «Crediamo fortemente nella ripresa del sistema Italia – dice Lucia Aleotti, che è anche vicepresidente di Farmindustria- e lo abbiamo dimostrato investendo nel rilancio di Banca Monte dei Paschi e mantenendo buona parte della produzione nel nostro Paese, 5 stabilimenti su 14 del gruppo. Ma quest’anno il nostro peggiore mercato sarà proprio l’Italia. È un dato che non può non farci riflettere». Menarini nel 2011 ha registrato un fatturato di 3 miliardi di euro, in linea con l’anno precedente. Eppure l’azienda, fino al 2010, era abituata a tassi di crescita elevati, pari dal 7%. «Nei conti hanno pesato le sforbiciate alla spesa farmaceutica ». Tra il 2010 e la fine del 2012

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