Farmaceutica. Fallimenti illegittimi, Della Valle vuole i danni

della-ValleI fallimenti delle società di Francesco Della Valle furono viziati da gravi illegittimità. È la clamorosa novità emersa dalle pieghe del processo a carico del 73enne imprenditore padovano, già consigliere delegato di Fidia, dei consiglieri d’amministrazione e dei sindaci delle varie società del gruppo, accusati di bancarotta.

A vent’anni dai crac di Valdefin Spa, finanziaria di famiglia, della capogruppo operativa Lifegroup e delle controllate Dermalife Spa e Researchlife Spa sta emergendo una realtà ben diversa. Francesco Della Valle si sta battendo con tutte le sue forze per ottenere giustizia. Un primo parziale risultato l’ha ottenuto qualche settimana fa.

I consulenti del Tribunale di Roma, che dovrà esprimersi sull’azione di responsabilità promossa da Della Valle nei confronti dello Stato, hanno accertato che le quattro società avevano tutte le carte in regola per non fallire.

Secondo l’ingegner Sergio Olivieri e il dottor Gianmarco Boccanera Valdefin Spa, Lifegroup Spa, Dermalife Spa e Researchlife Spa vantavano complessivamente un attivo pari a dieci milioni di euro. Le sentenze di fallimento pronunciate tra il 1995 e il 1996 sono state tutte revocate dalla Corte d’Appello di Venezia dieci anni dopo (17 e 18 febbraio 2005). Ma oltre ai vizi di natura procedurale stanno ora emergendo ragioni sostanziali.

Il gruppo Della Valle stava effettuando cospicui investimenti nel campo della ricerca e dei brevetti quando la scure del tribunale fallimentare ne interruppe irrimediabilmente l’ascesa. Lifegroup e le altre società di famiglia si apprestavano a creare uno dei primi colossi farmaceutici italiani. Francesco Della Valle, assistito dall’avvocato Roberto Boev, ne ha fatto una questione di principio. E ha presentato allo Stato italiano un conto salatissimo: quattordici milioni di euro, ovvero l’ammontare dell’attivo delle quattro società fallite oltre a interessi e rivalutazione monetaria.

La delicata battaglia si sta giocando su due fronti. Davanti ai giudici della prima sezione del tribunale penale di Padova stanno sfilando i consulenti di parte. Ieri è toccato al dottor Giuseppe Righi, esperto nominato da Della Valle, contestare le ricostruzioni patrimoniali e contabili compiute dal dottor Carlo Pampaloni, consulente della Procura e dalla curatrice fallimentare Silvia Sanero Casalini.

Sono emerse stime molto diverse tra loro. Tanto che alla prossima udienza il tribunale potrebbe sciogliere la riserva e nominare un suo consulente, in grado di fare luce sulla situazione patrimoniale e contabile della finanziaria Finlife Srl, e delle controllate Infolife Srl, Idim Srl e Agrilife Srl, delle cui bancarotte per distrazione sono chiamati a rispondere, oltre a Della Valle, i membri dei collegi sindacali Sergio Cecchinato, 65 anni, di Abano, Antonio Di Nardo, di Pennapiedimonte (Chieti), Francesco Perrotta, 71 anni, di Roma, Peppino Profeta, 54 anni, di Guglionesi (Campobasso), Agostino Siviero, 71 anni, di Abano, Giuseppe Tinelli, 61 anni, di Lecce e Silvana Lorenzi, 62 anni, di Napoli.

Martedì 13 gennaio 2015 – Il Gazzettino.it

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Nota: Nel 1975 Francesco Della Valle, gestore della Fidia, piccola azienda farmaceutica di Abano (Padova) ottiene la registrazione del Cronassial. Per Fidia e il suo Cronassial è un trionfo. Il Cronassial, che nei momenti di massima incidenza sul fatturato arriva all’82%, diventa il farmaco più venduto in Italia. La Fidia, che nel 1968, all’arrivo di Della Valle, fatturava 600milioni, balza a 420 miliardi e si colloca al quarto posto nella classifica delle industrie farmaceutiche.

Il Cronassial poi però è bandito dal mercato tedesco. L’anno dopo, in Gran Bretagna, gli inglesi vietano la vendita del Cronassial, che è ricavato dal cervello di bue.

In seguito il farmaco sarà bandito anche dalla Spagna (per la Guillain-Barré) e in altri mercati, mentre negli Stati Uniti non otterrà mai la registrazione.

Inizia il tramonto di Della Valle, che i padroni della Fidia (misteriosi individui di una società anonima basata a Mendrisio,in Svizzera) cacciano. Le vendite del Cronassial crollarono del 95% finché anche in l’Italia fu messo fuori legge.

Della Valle si mette in proprio e fonda la Lifegroup. Francesco Della Valle era il creatore e massimo azionista di Lifegroup a fine ’91, già amministratore delegato per due decenni di Fidia (quarto gruppo farmaceutico italiano) e, fra le altre cose, vicepresidente della Cassa di risparmio di Padova e Rovigo. Lifegroup fu un gruppo che dava lavoro a 120 persone, con un fatturato consolidato di oltre 15 miliardi di lire nel ’93. Fu dichiarata fallita dal Tribunale di Padova il 19 luglio 1996. Secondo Della Valle il fallimento fu causato dalle banche che senza motivazione e preavviso chiesero il rientro immediato dei finanziamenti. Col fallimento Lifegroup chiuse ed il suo patrimonio svenduto.

La revoca del fallimento è avvenuta nel 2005 ed è argomentata dalla Corte d’appello veneziana, sulla scorta del pronunciamento richiesto alla Consulta e a partire dalla linea di difesa di Elena Donzi legale di Della Valle, rilevando l’illegittimità delle procedure seguite dal Tribunale padovano. In buona sostanza non è stata garantita la «terzietà» del giudice.

Attualmente Della Valle è presidente del Gruppo Epitech che ha un fatturato annuo di 10 milioni, di cui 8 raccolti nel mercato interno e due in quello internazionale.

 

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