Operazioni “dolose” che sono consistite nella “cessione” di quattro societa’ indicate di rami d’azienda aventi “a oggetto rapporti con gli informatori scientifici del farmaco“
(Il Sole 24 Ore Radiocor) – Milano, 15 ott – Il processo in corso a Milano davanti i giudici della seconda sezione penale del tribunale di Milano, che oggi e’ arrivato a essere diviso in due tronconi, riguarda il fallimento della societa’ Marvecspharma Service Srl, dichiarata fallita dal tribunale di Milano il 14 gennaio 2011.
Secondo l’ipotesi dell’accusa, i manager e i consiglieri di quattro societa’ (Pfizer Italia, Astrazeneca, Pharmacia Italia e Simesa), in concorso con i responsabili della Marvecspharma “dissipavano il patrimonio sociale e cagionavano il fallimento della Marvecspharma Service dolosamente e comunque per effetto” di operazioni “dolose” che sono consistite nella “cessione” dalle quattro societa’ indicate di rami d’azienda aventi “a oggetto rapporti con gli informatori scientifici del farmaco” che avevano tutti “valore patrimoniale negativo tanto da essere acquistati dalla fallita a prezzo simbolico e mediante l’attribuzione di una somma a titolo di avviamento negativo (cosiddetta badwill)”, come si legge nella richiesta di rinvio a giudizio.
Inoltre, secondo la procura di Milano, Marvecspharma Service non aveva “l’autonomia patrimoniale, la capacita’ organizzativa e la strategia di mercato idonee a impiegare produttivamente” i rami d’azienda acquistati, “avendo peraltro maturato almeno dal 2003 un risultato operativo negativo”. Tali acquisizioni, continuano i magistrati, gravavano “la fallita di oneri debitori verso i lavoratori e gli enti previdenziali per importi che superavano la sua capacita’ patrimoniale e che gli importi ricevuti a titolo di badwill non potevano fronteggiare”.