Quello che è certo è che il progetto “Alternanza scuola-lavoro” avviato dall’attuale Governo non ha avuto fin’ora grande fortuna ed è finito direttamente nel vortice della polemica.
C’era, perché volente o nolente nel nostro Paese accade spesso, il rischio che si materializzasse una qualche forma di sfruttamento dei ragazzi coinvolti nel progetto Alternanza scuola-lavoro ed in effetti così è stato.
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Ed è così che un’idea anche buona finisce per diventare, un po’ come fu per i voucher, la via preferenziale degli italici furbetti che non perdono tempo ad approfittarsi dello sventurato di turno salvo poi figurare nella lunga lista degli “indignati”, di quelli “lasciati solo dallo Stato” e quant’altro.
Ma oggi il progetto Alternanza scuola-lavoro gioca una “seconda possibilità”, una sorta di asso della manica che sta nell’allargare il campo ad un settore estremamente specifico, e anche complesso, come quello farmaceutico.
Quindi, ai settori più disparati dove la parte del leone la faceva quello della ristorazione si affianca uno dei capitoli più importanti del nostro entourage economico, quello appunto della filiera dei farmaci.
Un mondo, quello del settore farmaceutico italiano, che necessita assolutamente di fare di più per consolidare ed ampliare il cosiddetto Pharma Made in Italy e anche per sfuggire al dominio delle multinazionali.
Di certo far conoscere ai ragazzi il mondo del farmaco e di tutta la filiera che vi ruota intorno potrà incuriosire ed invogliare a guardare a questo ambito poco conosciuto, principalmente nella scelta degli studi dopo le scuole superiori.
In secondo luogo portare direttamente all’interno di un mondo che non è fatto di sola ricerca ma anche di marketing e progettazione potrà far capire ai ragazzi di Alternanza scuola-lavoro che costruire il proprio futuro nel settore della farmacologia è possibile seguendo tante strade differenti.
E sicuramente, cosa più importante di tutte, far conoscere un mondo affascinante aumenta la sete di cultura, variabile fondamentale per il futuro del nostro Paese, insieme alla sfida, oggi quasi impossibile, di far rimanere qui i talenti migliori.
Mauro Presciutti