Ho deciso di trasferirmi a Parma per studiare presso l’Università di Farmacia e laurearmi in Informazione scientifica del farmaco. Ad oggi con l’attuale stato del lavoro penso che in ogni modo la scelta del corso di Studi sia solo il punto di inizio, dopo il tutto si basa sulla persona, sulla voglia di fare e di mettersi in gioco.
La sua testimonianza aiuta a riflettere su quanto medici, ricercatori, informatori scientifici e quanti hanno a che fare con la medicina, abbiano a cuore ogni persona alla quale si avvicinano, ogni tipo di patologia, cercando di trovare la cura che rappresenti la luce verso la salvezza. Ezio, che oggi vive a Legnano con la sua famiglia, nonostante il successo ottenuto, considera la famiglia il traguardo più importante, il punto di forza senza il quale non potrebbe definirsi pienamente realizzato.
Quanto credi che la scelta del percorso di studi sia fondamentale per il futuro professionale?
Credo che fare una scelta ponderata sul corso di studi sia molto importante, anche se penso che un grosso aiuto ti può essere dato dai professori delle scuole superiori che dopo 5 anni un pò ti conosco e ti possono aiutare nell’orientamento. Io inoltre prima di fare la scelta avevo visitato molti “Job orienta” per capire cosa offrivano le università in piano formativo e avevo avuto modo anche di poter visitare le città, perchè anche questo penso sia un fattore molto improntate per chi deve allontanarsi da Noci verso una grande città. Penso che all’inizio ambientarsi non sia facile e che comunque la scelta del percorso di studi deve anche prendere in considerazione le proprie attitudini. È per questo che ho deciso di trasferirmi a Parma per studiare presso l’Università di Farmacia e laurearmi in Informazione scientifica del farmaco. Ad oggi con l’attuale stato del lavoro penso che in ogni modo la scelta del corso di Studi sia solo il punto di inizio, dopo il tutto si basa sulla persona, sulla voglia di fare e di mettersi in gioco.
Come è iniziato il tuo percorso nel settore farmaceutico?
Dopo i primi sette anni in questa importante azienda farmaceutica è arrivata per te la grande svolta…
Come si dice dopo essermi fatto le ossa, ho deciso che era il momento di cambiare e di passare nelle grandi di questo settore (clincial research organization), e dato che sono un tipo che non si accontenta, ho deciso che dovevo lavorare per la prima azienda al mondo: Quintiles Inc. Dopo diversi colloqui finalmente a Febbraio di quest’anno sono entrato in questo grande gruppo e per me è stata una bella soddisfazzione in quanto comuqnue sono entrato con una posizione di Seniority nel Clinical Project Management. Attualmente gestisco Studi Clinici a livello globale con più di 100 persone da gestire a livello modiale.
Quali sono le più grandi soddisfazioni che questa professione ti ha dato sino ad oggi e che pensi potrebbe darti ancora in futuro?
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Recenti indagini hanno mostrato come negli ultimi anni, causa la forte crisi che ha colpito il Paese, si è registrato un calo notevole nella vendita dei farmaci. Potendo toccare con mano questa realtà, come l’industria farmaceutica ha fatto fronte a tale difficoltà?
Ad oggi molti farmaci sono in scadenza brevetto e quindi, entrando nel mercato dei generici, l’azienda perde ogni diritto di vendita: questo sta avendo un grosso impatto sulla stabilità economica delle aziende le quali comunque stanno continuando a fare ricerca specie nel settore dei biologici, antitumorali, del dolore e delle malattie neurodegenerative. Sono sempre più le fusioni o acquisizioni tra i grandi gruppi farmaceutici. Anche le scelte politiche degli stati in termini di spesa sanitario ha avuto un grosso impatto.
Lavorare per una grande multinazionale e ricoprire un ruolo così importante comporta, oltre a grandi soddisfazioni, anche eventuali complessità e problematicità da affrontare?
Lavorare per una grossa multinazionale è molto interessante soprattutto perchè hai colleghi in ogni parte del mondo, hai a che fare con diverse culture e stili di vita, ti confronti con lavori molto diversi tra loro, e quindi devi saper gestire molto bene l’interazione personale. Il ruolo ha una buona componente di gestione del personale e fare in modo che tutti lavoro in sinergia tra di loro non è facile. Infine non mancano le pressioni dal board per massimizzare i profitti.