Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Chiedo scusa della mia insistenza, non riuscendo a dominare il nervosismo, seguendo pedissequamente il manuale del perfetto psicanalizzato mi attacco al campanello dello strizzacervelli per cercare la risposta che il più delle volte non si desidera.
Questa settimana la ho iniziata sentendomi riferire parole pronunciate dai capo area : “se voglio posso” , “se l’azienda vuole questo, evidentemente può farlo”, “io non sono tenuto…” e ce ne sono mille altre.
Purtroppo nelle aziende farmaceutiche vige ancora un sistema feudale per il quale il capo area si sente investito di un diritto divino, non per reale unzione, non per Spirito Santo trasmesso dall’azienda, semplicemente per scarsa chiarezza nella definizione dei limiti che il ruolo assegnato prevede e soprattutto per l’ignoranza dei colleghi ISF o per la loro opportunità, volendo continuare a nascondere scheletri negli armadi.
La maggioranza dei colleghi non si sogna lontanamente di contestare, a ragione veduta ed in termini di Legge le frasi pronunciate sopra. Non si accorgono che sono frutto di un retaggio feudale, addirittura, detestato dai Sovrani del ‘900. Ma è possibile che si debba ancora sentire pronunciarlo dai vassalli dei nuovi, volgari, sovrani delle aziende farmaceutiche?
Queste frasi le ascolteremo ininterrottamente fino a quando la maggioranza dei colleghi non avrà il coraggio di rispondere che il nostro lavoro è normato da Leggi che non possono accettare le superstizioni e che ogni parola pronunciata dai diretti superiori deve corrispondere a quanto stabilito dalla legislazione vigente e dal buon senso che può permettere la convivenza del Profitto con la Salute collettiva.
Finché la maggioranza dei colleghi non capirà questa semplice regola di buon senso, non è giusto che si arroghi l’ardire di contestare ciò che il Sindacato fa/non fa o farà/non farà per loro.
Antonio Giammei
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