Negli ultimi anni l’industria farmaceutica nazionale si è contraddistinta per la tenuta e la capacità di sostenere la crescita, tanto da essere una delle poche certezze per il nostro paese. Tutto ciò è assolutamente necessario che sia accompagnato dal rispetto dei diritti dei lavoratori e delle leggi”, esordisce così nella sua relazione Sergio Cardinali, del Dipartimento chimico-farmaceutico, al convegno promosso dalla Filctem-Cgil oggi a Perugia sul ruolo dell’informazione scientifica del farmaco.
“L’attività di informazione scientifica del farmaco – ha ricordato Cardinali – è normata per legge, proprio a garanzia del Servizio Sanitario Nazionale e dei cittadini; ma, con il diffondersi di delibere regionali, di singole USL e aziende ospedaliere si stanno di fatto inserendo criteri nuovi, alcuni dei quali al limite della illegalità, oltre a non essere rispettosi dei contratti collettivi nazionali di lavoro, creando di fatto una pericolosa deregolamentazione del sistema”. Tutto questo avviene nel momento in cui affiorano fatti illeciti tra aziende farmaceutiche e professionisti compiacenti che aumentano i costi del Servizio Sanitario Nazionale a scapito della salute dei cittadini, proprio mentre la discussione sulla necessità ed efficacia dei vaccini diventano – purtroppo – solo argomento di scontro politico.
“Noi non abbiamo dubbi: la Filctem-Cgil intende valorizzare la natura etica del rapporto tra l’informatore scientifico del farmaco e il medico, e chi è deputato al controllo rischia di rendersi colpevole di quello che accade”, conclude Cardinali.
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La figura dell’informatore scientifico del farmaco è al crocevia del delicato rapporto tra industria di produzione farmaceutica, funzione del Servizio Sanitario Nazionale e utenti”, è quanto ha detto Emilio Miceli, segretario generale della Filctem-Cgil, concludendo il convegno promosso dalla sua organizzazione oggi a Perugia proprio sul ruolo dell’informazione scientifica del farmaco, un volano per l’industria farmaceutica e per il Servizio Sanitario Nazionale.
“E’ sbagliato pensare – ha aggiunto Miceli – che un settore ad alto valore aggiunto come quello della farmaceutica possa inserire gli informatori scientifici del farmaco nei contratti Enasarco, al pari di venditori e piazzisti. Una brutta direzione quella che si sta profilando”.
“La buona sanità dunque – ha concluso il segretario – passa soprattutto da una concezione non mercantile dell’informatore. Da qui la nostra attenzione, poiché è il punto di partenza di una politica della salute che si deve sottrarre alla pura e semplice contrazione dei costi, per divenire buona prassi”.
Relazione Cardinali Industria Etica 4.0 Perugia (versione integrale)