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Estate di acquisizioni ridisegna profilo delle big pharma. Merger Pfizer Astra Zeneca: ci risiamo? A Pavia Zambon subentra a Msd

L’ultimo annuncio in ordine di tempo è di Cilag Gmbh International che ha acquisto Covagen AG.  Merger Pfizer Astra Zeneca: ci risiamo?

Da quando lo scorso aprile si è concluso l’accordo tra Novartis e Glaxo, si sono moltiplicati i tentativi di acquisizioni nel mondo farmaceutico e quasi tutti sono andati a buon fine. L’ultimo annuncio in ordine di tempo è di Cilag Gmbh International, affiliata di Janssen del gruppo Johnson & Johnson, che ha acquisto Covagen AG, biofarmaceutica privata specializzata nello sviluppo di terapie basate su proteine multispecifiche tramite la piattaforma tecnologica FynomAb. A fare la parte del leone, però, in questo ultimo trimestre è stata Roche che ha appena acquistato per 8,3 miliardi di dollari InterMune, operazione che le consentirà di ampliare e potenziare il proprio portfolio nel settore della pneumologia. All’inizio di questo mese il colosso svizzero aveva comprato in Danimarca Santaris Pharma per 450 milioni dollari, a luglio la statunitense Seragon Pharmaceuticals per 1,7 miliardi e a giugno Genia Technologies per 125 milioni, cui seguiranno ulteriori 225 milioni sulla base di determinati obiettivi. E non è ancora finita: pare che Roche stia negoziando per acquistare, con ben 10 miliardi di dollari, il 40% circa di Chugai Pharmaceutical, anche se la casa farmaceutica giapponese ha già smentito tali voci. È invece finita male la scalata ad Allergan (società californiana che produce il botox) tentata da William Ackman, magnate statunitense degli hedge fund, con l’intervento della Sec, l’autorità di Borsa statunitense. Bayer intanto si è aggiudicata per 14,2 miliardi di dollari la divisione farmaci da banco di Merck, mentre Pfizer ha dovuto ritirare l’offerta di 120 miliardi fatta per rilevare la britannica AstraZeneca, ma non si escludono nuovi tentativi. La politica di acquisizioni si è rivolta anche verso il nostro paese: la svedese Meda Ab ha acquistato per 2,275 miliardi la Rottapharm Madaus della famiglia Rovati, mentre Walgreen ha sborsato 15,3 miliardi rilevare il 55% di Alliance Boots da Stefano Pessina. L’ex ingegnere nucleare aveva trasformato l’attività farmaceutica della famiglia di Napoli nel colosso Alliance UniChem, che nel 2006 si era fuso con l’inglese Boots. Un’altra azienda svedese, Recipharm, ha acquisito la milanese Corvette Pharmaceutical Services per circa 120 milioni di euro, dopo che Medtronic si è aggiudicata per 265 milioni la Ngc Medical, società privata italiana che gestisce laboratori cardiovascolari, sale operatorie e unità di terapia intensiva e sta ampliando la propria offerta di servizi in Europa, Medio Oriente e Africa.

Sabato, 30 Agosto 2014 – Doctor33

Merger Pfizer Astra Zeneca: ci risiamo? 

Forte  rialzo in borsa per Astrazeneca. Il titolo oggi si è infiammato (+2,48%) sull’onda dei nuovi rumors di mercato relativi alla vicenda con Pfizer. Secondo il quotidiano svedese Dagens Industri c’è la possibilità che la compagnia farmaceutica statunitense torni a fare un’altra offerta per la casa farmaceutica britannica. Non si conosce la fonte della notizia.

Sono passati tre mesi da quando Pfizer si è vista rispedire al mittente l’offerta da 118 miliardi di dollari per rilevare AstraZeneca, ma il colosso farmaceutico americano non avrebbe abbandonato del tutto l’idea. Pfizer starebbe valutando le possibili opzioni e non è escluso che possa presentare una nuova offerta.

Infatti la legge britannica sulle acquisizioni prevede che, a partire dal 26 agosto, tre mesi esatti dal no definitivo di AstraZeneca, la società britannica possa invitare la controparte americana a tornare al tavolo delle trattative. L’eventuale proposta dovrà essere presentata privatamente: la legge prevede che Pfizer non possa discutere in pubblico di un eventuale rinnovato interesse per AstraZeneca.
Unico indizio in questo senso si può trovare nelle parole dell’amministratore delegato di Pfizer Ian Read, che ha detto di essere “aggressivamente alla ricerca” di potenziali acquisizioni.

Ma oggi il titolo di AstraZeneca è volato anche alla luce della decisione della società britannica di andare in fase II con il farmaco sperimentale MEDI4736nel setting del tumore del colon retto. Secondo quanto si legge su clinicaltrials.gov Il farmaco verrà testato su 48 pazienti con malattia in fase avanzata
L’anticorpo anti PD – L1 noto per ora con la sigla MEDI4736 è senza dubbio il fiore all’occhiello della pipeline di AstraZeneca. Il farmaco è un anticorpo che attacca il checkpoint immunitario PD-1/PD-L1, utilizzato da molti tumori per respingere gli attacchi da parte delle cellule T killer.

La competizione in questo settore della medicina vede impegnate anche Bristol- Myers Squibb, Merck & Co. e Roche che hanno un certo vantaggio sull’azienda britannica.

L’analista finanziario della banca UBS Alexandra Hauber ha detto agli investitori che il trattamento “è un potenziale blockbuster, dato che il cancro del colon-retto è la terza causa di decessi per cancro negli Stati Uniti”

29 agosto 2014 – PHARMASTAR

Notizia correlata: Roche compra l’americana InterMune: febbre da M&A nel mondo farmaceutico

A Pavia Zambon subentra a Msd

Giovanna Mancini 30 agosto 2014 – Il SOLE 24ORE IMPRESE & TERRITORI

MILANO.

Un passaggio di mano che, una volta tanto, vede un gruppo italiano acquistare da un colosso straniero uno stabilimento in Italia, attraverso una trattativa che mette al riparo posti di lavoro, garantisce la continuità produttiva di un sito all’avanguardia e al tempo stesso offre all’azienda acquirente la possibilità di rafforzare ed espandere il proprio mercato.

In questi giorni di notizie preoccupanti per l’economia italiana, risuona come un’ottima notizia la lettera di intenti siglata ieri tra Msd (gruppo internazionale del settore salute, con un fatturato di oltre 44 miliardi di dollari e 73mila dipendenti nel mondo) e la multinazionale italiana della farmaceutica Zambon (sede nel Milanese, fatturato di 154 milioni di euro) per la cessione dello stabilimento Msd di Pavia, dove al momento lavorano 230 dipendenti.

La lettera prevede la finalizzazione della cessione entro l’anno, il trasferimento a Zambon dell’asset industriale con «un numero di dipendenti adeguato» alla realizzazione e fornitura su scala globale di alcuni prodotti a marchio Msd; la promozione e distribuzione in Europa, da parte dell’azienda milanese, di un altro prodotto Msd fino al 2016; la possibilità, da parte di Zambon, di esercitare un’opzione di acquisto di tale prodotto entro due anni.

L’accordo è frutto di una lunga e difficile selezione, da parte della consociata Msd Italia (800 milioni di fatturato e 1.700 dipendenti), di un acquirente per lo stabilimento lombardo che, sebbene non avesse alcun problema di produttività e fosse anzi ritenuto all’avanguardia, solo un anno fa era a rischio chiusura a seguito della fusione tra Msd e Schering-Plough, che dal 2009 aveva dato il via a un processo di razionalizzazione degli asset produttivi a livello globale. A giugno dello scorso anno il colosso Usa aveva annunciato che il sito di Pavia (che all’epoca contava 260 dipendenti) sarebbe uscito dal network produttivo del gruppo entro il 31 dicembre 2014. «Da allora è partita la nostra ricerca di un acquirente – spiega il senior vice president e managing director di Msd Italia Pierluigi Antonelli – con la priorità di salvaguardare il maggior numero di posti di lavoro possibile e garantire la continuità industriale dello stabilimento, in modo da non disperdere le competenze e il know how sviluppate al suo interno». Si tratta, secondo Antonelli, di una forma di partnership innovativa e interessante per il mercato italiano: «Consente a uno stabilimento di continuare a esistere – spiega – e al tempo stesso al gruppo acquirente di rafforzarsi in Europa». Concorda la presidente della multinazionale italiana, Elena Zambon: «Questa intesa rappresenta un ulteriore passo nello sviluppo della nostra strategia industriale in Italia e all’estero. L’Italia si conferma Paese manifatturiero ad alto valore aggiunto, in cui investire in produzioni di eccellenza e sviluppare programmi di ricerca nel sistema centrale nervoso e nel respiratorio».

Non è noto il valore dell’operazione ma, precisa Antonelli, «l’aspetto economico e finanziario non era centrale nell’operazione. L’obiettivo di Merck, d’accordo con i sindacati e le istituzioni locali e nazionali con cui abbiamo lavorato in modo molto costruttivo, era trovare un partner che presentasse un piano industriale solido e credibile». Per questo la ricerca è durata così a lungo, vagliando circa 250 offerte arrivate da player italiani e internazionali. Ora la palla passa a Zambon che dovrà definire e perfezionare, attraverso il confronto anche con i sindacati, il piano industriale.

UNA RISORSA PER IL TERRITORIO

230

I dipendenti

Lo stabilimento Msd di Pavia dà oggi lavoro a 230 persone (erano 260 un anno fa). L’accordo prevede un «numero di dipendenti adeguato» alla produzione e fornitura dei prodotti a marchio Msd da parte di Zambon. Tale numero sarà oggetto di trattiva sindacale

250

La selezione

Msd Italia ha ricevuto in un anno circa 250 offerte di acquisto per il sito di Pavia, da parte di player italiani e internazionali. La più interessante dal punto di vista industriale è stata quella della multinazionale italiana Zambon, gruppo con 108 anni di storia e 154 milioni di fatturato

Notizia correlata: Pavia. Merck, ecco il nome del compratore segreto: sarà la Zambon di Bresso

Redazione Fedaisf

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