Cinque milioni di ricette dematerializzate spedite dall’inizio della sperimentazione, pari all’80% circa di quelle disponibili, fino a fine agosto, con un volume che è stato costantemente in crescita. Arriva con questi numeri il Veneto alla deadline fissata dalla Regione del primo settembre per la partenza ufficiale della ricetta dematerializzata, che vede «alcuni medici che ancora presentano difficoltà», «un lavoro per le farmacie importante» e «alcune criticità tecniche che la Regione sta via via affrontando».
Frances Giani
Martedì, 02 Settembre 2014 – Farmacista33
Innovazione in Sanità, al via la digitalizzazione delle ricette rosse
Veneto ed Emilia Romagna sono le prime regioni a partire con la dematerializzazione delle prescrizioni farmaceutiche, primo passo per il Fascicolo Sanitario Elettronico previsto dal Decreto Crescita 2.0. Una buona notizia, ma la strada è ancora lunga: secondo il Politecnico di Milano ad oggi poco più della metà dei medici di base italiani gestisce le ricette in formato elettronico.
di Manuela Gianni AGENDA DIGITALE ITALIANA 01 Settembre 2014 ICT4 Executive
La Sanità italiana fa un passo avanti sulla via dell’innovazione: in Veneto è partita lunedì 1 settembre la dematerializzazione delle ricette dei medici di base, quelle rosse note a tutti i cittadini.
A chi si reca dal medico di medicina generale la prescrizione farmaceutica verrà consegnata con un promemoria stampato su carta bianca con cui il cittadino potrà, come sempre, recarsi in farmacia e ritirare il farmaco prescritto. Il processo di dematerializzazione delle ricette è realizzato grazie alla rete telematica che collega medici, aziende sociosanitarie, farmacie, Regione e Ministero dell’Economia. Va specificato che per, consentire la continuità di servizio, in alcuni casi è possibile ancora utilizzare la ricetta rossa. Qualcosa di analogo sta accadendo anche in Emilia Romagna, dove 1.200 farmacie del territorio sono già attive ed entro l’autunno saranno attivi anche tutti i Medici di famiglia.
«Il processo di digitalizzazione della ricetta rossa, previsto dal Decreto legislativo “Crescita 2.0” e obiettivo dell’Agenda Digitale del Governo, si sta finalmente concretizzando – commenta Chiara Sgarbossa, Responsabile della Ricerca dell’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità della School of Management -. Entro il 2014 l’80% delle prescrizioni mediche di farmaceutica e specialistica dovranno essere convertite dal formato cartaceo a quello elettronico; tale processo dovrà concludersi entro il 2015, quando si dovrà raggiungere la soglia del 90%».
Molte Regioni si stanno muovendo in questa direzione, partendo dalle prescrizioni di farmaci e coinvolgendo Medici di Medicina Generale (MMG) e farmacie territoriali, con l’obiettivo di dematerializzare successivamente le prescrizioni di visite ed esami, estendendo il servizio anche ai medici specialisti.
Nella Regione Veneto oggi sul totale dei 3.320 medici di medicina generale e 530 pediatri di libera scelta che operano in Regione il 98% invia ricette dematerializzate, mentre sono il 97% delle 1.330 farmacie venete quelle in grado di erogare i farmaci secondo la nuova modalità. È stato calcolato che grazie alla dematerializzazione della ricetta rossa farmaceutica in Veneto si risparmieranno oltre 3,2 milioni di euro l’anno: sono 40 milioni le prescrizioni erogate ogni anno. Arsenàl.IT, Centro Veneto Ricerca e Innovazione per la sanità digitale che ha come socie tutte le aziende sanitarie e ospedaliere del Veneto, coordina l’iniziativa nell’ambito del progetto Fascicolo Sanitario Elettronico regionale.
Si tratta però di un’eccellenza. Il Politecnico ha rilevato, infatti, che ad oggi poco più della metà dei medici di base gestisce le ricette in formato elettronico, anche se un altro 30% sarebbe interessato a farlo.
«La strada verso la completa dematerializzazione delle prescrizioni è ancora in salita e dovrà inoltre essere accompagnata dalla realizzazione del Fascicolo Sanitario Elettronico, anch’esso obiettivo prioritario del Governo», sottolinea l’esperta.
Da diversi anni la School of Management del Politecnico di Milano evidenzia il preoccupante rischio che la Sanità pubblica perda rapidamente quella qualità che l’ha caratterizzata negli anni passati, sottolineando come questo trend potrebbe essere invertito investendo nelle tecnologie digitali, la leva che potrebbe combinare efficienza e sostenibilità economica a servizi di qualità.