(ANSA) – MILANO, 25 MAG – La malattia è stata identificata.
Il farmaco c’è, un vecchio antitumorale fuori brevetto. Ma nessuna casa farmaceutica è disposta a rimetterlo in commercio, perché ‘poco remunerativo’. Questo il paradossale caso denunciato dai ricercatori dell’IFOM, l’Istituto Firc di Oncologia Molecolare.
”Si tratta di una patologia dei vasi cerebrali – spiega Elisabetta Dejana, responsabile dell’Unità di Biologia vascolare dell’IFOM – chiamata CCM (malformazioni cerebrali cavernose). E’ caratterizzata da malformazioni vascolari a forma di lampone che tendono a sanguinare causando crisi epilettiche, mal di testa, progressive paralisi e in molti casi emorragia cerebrale”.
Colpisce una persona su 200. In Italia ci sarebbero quindi circa 300 mila casi di CCM. Nello studiarla gli scienziati si sono accorti che ha caratteristiche simili a quelle di un tumore delle pareti dei vasi. Proprio testando un gruppo di antitumorali su topi di laboratorio hanno scoperto che uno di questi, un derivato del ‘sulindac’, riusciva a ridurre le lesioni.
Il farmaco però, da tempo fuori brevetto, non è più prodotto e nessuna casa farmaceutica, nemmeno quella che lo produsse per prima, è disposta a rimetterlo in commercio, perché lo giudica poco remunerativo. ”E’ un peccato – commenta sconsolata Dejana -. Una volta tanto, eravamo riusciti a trovare un farmaco in gran parte già sperimentato, quasi pronto per l’utilizzo”.(ANSA).