12 agosto 2012 L'Unità
La corsa al profitto in sanità produce maggiori costi, sprechi e pericoli per i pazienti.
La sanità americana e’ molto costosa, come abbiamo visto nell’articolo della scorsa settimana. I motivi sono vari, ma ce n’è uno che li riassume tutti: il “business”, l’ingorda propensione al profitto. E’ la sfrenata corsa al profitto delle multinazionali del cibo e delle bevande che fa ingrassare e poi ammalare decine di milioni di americani. E’ la sfrenata corsa al profitto che consente alle assicurazioni, agli ospedali, all’industria del farmaco e degli altri prodotti biomedicali di accumulare colossali dividendi sulla pelle dei pazienti.
Parla di ciò un articolo della prestigiosa rivista medica americana New England Journal of Medicine (1), dove si legge: ” Noi non tolleriamo l’incertezza. Non volendo che niente di male possa accadere, di riflesso eccediamo nei test e nelle terapie al fine di proteggere i nostri pazienti – e noi stessi. Ci sentiamo giudicati da tutti – da noi stessi, dai nostri colleghi, dai nostri pazienti, dal sistema sanitario, e dagli avvocati. Il significato di “primo non nuocere” è cambiato per noi. Pensiamo che “fare ogni cosa possibile” sia la migliore pratica e la strada per prevenire un danno, con l’idea che ciò ci proteggerà dalle critiche. Noi prescriviamo esami e terapie solo perché sono disponibili, a prescindere dall’appropriatezza, della sicurezza, e della valutazione costo-benefico.” (…) “Chi è realmente il beneficiario quando noi ordiniamo un esame: il paziente, il laboratorio, la compagnia che l’ha prodotto, gli amministratori dell’assicurazione sanitaria, o i loro azionisti? E chi priviamo dell’assistenza sanitaria quando noi spendiamo quei dollari? ” (…) “Tutto ciò sta mandando in bancarotta il nostro sistema sanitario, privando molte famiglie dall’accesso all’assistenza sanitaria.” (…). Noi dobbiamo insegnare ai nostri pazienti che “più medicina” non è “migliore medicina” e che è il cattivo sistema sanitario a indurre i medici a prescrivere troppi esami e troppi farmaci, e che interventi costosi non sig