Ascolta l’intervista a
Nicola Grimaldi
Presidente regionale Snami Abruzzo
Lo Snami Abruzzo ha deciso di vietare l’uso di tablet e smartphone durante le visite degli Informatori Scientifici del Farmaco negli studi medici.
M.D. digital sul perché di una simile decisione ha intervistato Nicola Grimaldi, Presidente regionale Snami Abruzzo.
“Può succedere di tutto con questi strumenti. Molti informatori ci dicono di dover lasciare gli smartphone o i tablet attivi durante l’intervista perché è l’azienda ad obbligarli. Forse per tenere traccia delle loro interviste o del tempo che trascorrono nel nostro studio, ma noi non possiamo, e non vogliamo, rischiare di essere fotografati o registrati per un’esigenza di controllo aziendale. È una questione di privacy, il nostro studio è pur sempre un ambiente di lavoro privato”, commenta a caldo Grimaldi.
Si tratta di paure infondate? Di un eccesso di zelo? Ebbene no! Non dimentichiamo che modificando il software di un comune cellulare o smartphone si possono registrare e trasmettere i suoni e le conversazioni che si svolgono nelle vicinanze anche in modalità stand-by.
Si tratta quindi di un argomento che va oltre il confine limitato dello studio del medico di medicina generale, ma che sembra coinvolgere sempre più questa figura. L’uso improprio “e a volte fraudolento” che questi strumenti incentivano, viste le loro enormi potenzialità, è dietro l’angolo. Un esempio su tutti: parenti di pazienti ricoverati in ospedale che fotografano gli esami della cartella clinica per mandarli al medico di famiglia, probabilmente senza sapere che questa rappresenta un’azione fuorilegge: la cartella clinica può essere rilasciata, come copia, solo dopo avvenuta autorizzazione.
Un medico coinvolto spesso in iniziative da parte di terzi che travalicano i precari confini normativi, e che deve quindi attrezzarsi per evitare spiacevoli conseguenze. “La nostra è un’iniziativa di medicina difensiva – continua Grimaldi -. Non possiamo permetterci di essere coinvolti, magari inconsapevolmente, in azioni al limite della legalità”.
Smartphone e tablet, quindi, da strumenti di liberazione ed espressione massima di libertà, a congegni studiati per frodare: “quanti medici hanno, ad esempio, sulla scrivania elenchi di persone da contattare perché inseriti in un programma di medicina d’iniziativa o perché pazienti da richiamare per visite più approfondite. Possiamo rischiare che questi elenchi siano fotografati e, quindi, i dati rubati?”, conclude Grimaldi.
Un’iniziativa quella di Snami Abruzzo che potrebbe uscire dai confini regionali: “Al prossimo Congresso Nazionale del sindacato – tiene a evidenziare Grimaldi – abbiamo intenzione di creare una sessione dedicata a questi temi specifici, inerenti all’utilizzo di smartphone e tablet nelle professioni sanitaria. Con un occhio particolare all’uso inappropriato che se ne fa”.
Francesco Gombia
Category: Evidenza MD
Ultima modifica il Martedì, 21 Luglio 2015
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