Ridurre del 10% il numero di studenti delle facoltà di Farmacia inglesi. Anche l’Inghilterra, dunque, come l’Italia valuta la strada da prendere per risolvere le questioni occupazionali della categoria e questa sembra essere la direzione, per il futuro della professione, suggerita dal rapporto sulla forza lavoro farmaceutica appena pubblicato dal Centre for workforce intelligence (Cfwi) insieme alla revisione a opera del Higher education funding council for England (Hefce) and Health education England. L’obiettivo è mantenere una giusta corrispondenza tra numero di laureati e domanda di personale da parte delle farmacie e la sua attuazione potrebbe preludere a una profonda revisione dell’istruzione e della formazione in farmacia. Il report chiarisce che l’intervento per mantenere in equilibrio domanda e offerta di farmacisti è necessario per evitare a professionisti qualificati di trovarsi senza un lavoro. Il suggerimento proposto è di graduare negli anni futuri, la riduzione del numero di laureati, agendo sia al momento dell’iscrizione al corso di laurea, sia successivamente, al momento della richiesta di tirocinio pre-abilitazione professionale. In questo modo, arrivando una riduzione di circa il 10%, il sistema dovrebbe raggiungere l’equilibrio nel 2030. La revisione condotta dall’Hefce, dal canto suo, suggerisce che sia il mercato a regolare il numero di farmacisti laureati e oltre a limitare il numero di studenti iscritti a tutte le facoltà di farmacia, consiglia di introdurre uno stop durante il percorso di studi per dare agli studenti la possibilità di scegliere se fermarsi ad una laurea breve (3 o 4 anni) o proseguire per diventare farmacisti. Favorevole all’indirizzo sugerito è la Royal pharmaceutical society (Rps): «La proposta del Cfwi riflette le raccomandazioni della Rps» ha commentato Dave Branford, presidente del English pharmacy board della Society, ma non in tutti gli aspetti, puntualizza, rigettando l’ipotesi che possa essere il "mercato" a determinare l’accesso degli studenti all’università. In particolare, Rps approva l’introduzione del numero chiuso «decisamente preferibile all’istituzione dell’imbuto della laurea breve, già proposto in altre università europee». Apprezzamento per le tesi dell’Hefce arrivano dal Pharmacy schools council, che rappresenta tutti i 26 atenei britannici di Farmacia, che condivide la gradualità degli interventi raccomandata dal CfWI perché, dice il presidente John Smart, «consentirebbe di assicurare gli interessi degli studenti e anche la sostenibilità finanziaria delle scuole di farmacia».
5 settembre 2013 – Farmacista33
Laurea in farmacia, Cravotto (Università Torino): offerta adeguata solo con accesso programmato
Settimana intensa per l’Università italiana. Sono questi in questi, infatti, i giorni in cui si svolgono le selezioni per l’accesso alle facoltà a numero chiuso. Dalle professioni sanitarie a medicina e odontoiatria sono 115 mila, secondo le cifre fornite dal ministero della Salute, i diplomati che hanno deciso di iscriver