Potrebbe profilarsi un giro di vite e una nuova area di attrito con le aziende, ma sarà una sfida complessa da realizzare
Negli USA la pubblicità dei drugs in Tv potrebbe finire nel mirino della nuova amministrazione Trump. Ma imprimere un giro di vite potrebbe rivelarsi una sfida complessa, considerato che nel corso degli anni i tentativi di limitarla sono andati a vuoto più volte – sconfitti in tribunale, spesso per motivi legati al Primo emendamento – e che da fine anni ’90 le aziende hanno speso decine di miliardi di dollari a questa voce, secondo quanto evidenzia il ‘New York Times’ in un’analisi. Ora si potrebbe tornare a parlare di una stretta su questo fronte e ci sono diversi segnali. Robert F. Kennedy Jr, scelto dal presidente eletto Donald Trump per il ruolo di segretario della Salute, è del resto da tempo critico riguardo alla pubblicità di farmaci in tv e, sostenendo che porti le emittenti a una copertura più favorevole del settore e che non migliori la salute degli americani, ne ha ripetutamente chiesto il divieto.
Lo stesso Elon Musk, che è stato coinvolto nel team della nuova amministrazione per guidare uno sforzo di spending review ed efficientamento, il mese scorso ha scritto su X: “nessuna pubblicità per l’industria farmaceutica”. Completano il quadro le parole di Brendan Carr, scelto per guidare la Federal Communications Commission, che ha puntualizzato che la sua agenzia potrebbe far rispettare qualsiasi divieto venga promulgato. Dunque più di un candidato a posizioni di vertice nella nuova compagine che guiderà il Paese in questi anni a venire sta attaccando questi annunci pubblicitari, rischiando di alimentare uno scontro con un’industria potente, che in più occasioni e su più temi potrebbe trovare motivi di attrito con la nuova amministrazione. Le prime scintille sono già state accese.
Le possibili conseguenze
Le conseguenze in questo caso – con un giro di vite sugli spot tv dei farmaci – potrebbero essere, da un lato, sui ricavi delle aziende farmaceutiche, che possono guadagnare dalle vendite 5 volte di più di quanto spendono in pubblicità, secondo alcuni analisti. Ma dall’altro lato l’eventuale giro di vite potrebbe anche creare incertezza per le principali reti televisive, che hanno delle entrate dagli inserzionisti farmaceutici. Sebbene non sia chiaro come un simile divieto possa essere attuato (Kennedy ha chiesto che si arrivi a un ordine esecutivo), gli esperti si aspettano che qualsiasi tentativo possa innescare una dura battaglia. La spesa per la pubblicità televisiva dei farmaci è esplosa dopo un allentamento delle regole dal 1997 in poi e fra i casi di spot di ‘successo’ viene citato anche quello più recente per Ozempic, che ha contribuito a generare domanda per i super farmaci anti diabete e obesità.
Tra l’altro i medicinali per perdere peso sono finiti sotto i riflettori già un’altra volta di recente, perché proprio sul tema dell’utilizzo e accesso alla categoria di molecole si potrebbe creare una frattura interna allo staff di Trump. Per Kennedy Jr., infatti, la soluzione all’obesità in America, che ora colpisce il 40% degli adulti, vede “come prima linea di risposta lo stile di vita”. Musk al riguardo ha una visione diversa: “niente migliorerebbe di più la salute, la durata e la qualità della vita degli americani che rendere” these drugs “super economici per il pubblico”.
Tornando alle pubblicità in tv, l’industria farmaceutica è sulla buona strada per spendere oltre 5 miliardi di dollari quest’anno, secondo ‘iSpot.TV’, azienda che monitora le pubblicità. Le campagne più aggressive sono per i farmaci più recenti che non sono ancora diventati generici ma competono in un campo affollato di farmaci simili per raggiungere pazienti con condizioni comuni come l’artrite e il diabete.Kennedy è convinto che non ci sia nulla di positivo da dire al riguardo e che le pubblicità dei farmaci stiano indirizzando gli americani verso farmaci inutili. “non ci stanno rendendo più sani. In un vero libero mercato, e se ricevessimo buone informazioni, non ne prenderemmo così tanti”, ha detto. Kennedy, Musk e il team di transizione di Trump non hanno risposto alle richieste di commento, si puntualizza nel servizio del Nyt.
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Note: in Italia la pubblicità di farmaci da prescrizione è vietata al pubblico (art. 115 D.Lgs. 210/06)