L’arretramento del diritto di ciascuna persona a essere curato secondo necessità e di ciascun medico a curare in autonomia e responsabilità. È questa la principale conseguenza di «scelte sbagliate e pericolose dei Governi succedutisi negli ultimi due anni che hanno inciso sulla sanità in modo cieco e lineare, fino a entrare in rotta di collisione con le finalità proprie del sistema». A lanciare l’allarme Constantine Troise (foto), segretario nazionale dell’Anaao-Assomed, che spiega: «Definanziamento di 30 miliardi, taglio di risorse professionali e strutturali quali medici e posti letto, conflitti istituzionali, cattiva politica e pessima amministrazione, peggioramento delle condizioni di lavoro del personale costituiscono una miscela esplosiva che sta affondando un sistema sanitario che, dati Oecd alla mano, coniuga ottimi risultati di salute con i più bassi livelli di spesa pro capite dell’Europa occidentale». Quella che è stata fatta è insomma «un’operazione contabile che nasconde una operazione politica che mira a una sanità (de)privata, malgrado nessun sistema sanitario diverso da quello pubblico e nazionale possa garantire risultati migliori a costi più bassi». Intanto c’è preoccupazione per la scadenza del termine fissato dalla spending review per la sigla del Patto per la salute 2013-2015 tra ministero della Salute e Regioni che era previsto per il 15. Ora, secondo il provvedimento, la mancata sigla dell’accordo potrebbe portare all’applicazione nelle Regioni di tutte le misure di contenimento della spesa del Ssn, senza rimodulazioni. Ma da fonti tecniche del ministero della Salute arriva la rassicurazione: «Il termine è politico e non tecnico. Se Ministero e Regioni non sono riuscite a firmare il Patto entro la data stabilita, non succede niente, si continua a discutere». È chiaro, continuano dal Ministero, che «se si fosse riuscito a firmare entro il 15 novembre, si poteva tenere conto della rimodulazione nella legge di Stabilità». Visto che non lo si è fatto, continua il Ministero «si dovrà procedere a un cambiamento attraverso qualche veicolo legislativo futuro, come per esempio il Ddl Fazio in discussione al Senato, il decreto Sviluppo o un Milleproroghe». L’obiettivo del ministero della Salute è arrivare a un accordo entro la fine del 2012. E per quanto riguarda il riparto «verrà fatto o con le vecchie regole e con nuove se si trova un’intesa». Il prossimo incontro con le Regioni è previsto per il 22: «È possibile che si arrivi a un accordo sulle linee ! generali».
20 novembre 2012 – DoctorNews