L’astanteria del medico di famiglia è piena, gli otto posti a sedere occupati e gente in piedi. Una giovane signora si alza ed un’altra seduta le fa cenno di no con la mano.
Quella del gesto, una signora più anziana, è una rappresentante farmaceutica che fino allora se n’era stata curva a trastullarsi con uno smartphone. Ne nasce un piccolo alterco in cui la giovane sbotta: “guardi che se il no si riferisce al turno, io non ho detto nulla, mi sono solo alzata…se poi dovessi vantare priorità io il mio figlio disabile l’ho dovuto far andare via per la folla”
Silenzio solidale fra gli astanti, la informatrice scientifica non risponde, tergiversa con la segretaria di studio dicendo che i suoi colleghi sono andati a mettere il ticket all’auto ed intanto entra lei.
L’autismo è una sindrome e non una malattia, si dice che ogni bambino sia unico per le straordinarie combinazioni possibili per far capire quando complesso sia il trattamento. Le dico: “Sa, proprio l’altro giorno ho fatto da giudice a un concorso di poesie e una lettera di una mamma al figlio autistico mi ha commosso”, lei risponde “che bella cosa”.
Poi aggiunge: “sa noi abbiamo una comunità in Via Genova a Taranto, dove facciamo iniziative con questi ragazzi, soprattutto con quelli che superano i 18 anni e vengono abbandonati dal servizio sanitario pubblico”.
E certo, dall’autismo non si guarisce, l’importante è accumulare tante competenze e saperi da rendere meno complessa la vita di relazione futura. La struttura sociale si chiama Logos e la trovo in internet. http://www.cooperativalogos.it/ un luogo fisico che si trova in Via Genova 27/a e che, leggo sul loro sito in rete, è stata inaugurato nel 2014 il centro-socio educativo riabilitativo.
Ecco cosa accade in un’astanteria affollata di un medico di base. Un incontro con la solidarietà di questa Taranto sotto pelle, in una sera qualsiasi, tra ricette, antibiotico da cambiare, e agguerriti informatori del commercio delle multinazionali del farmaco che affama i poveri, mentre una mamma guarda un punto lontano e pensa allo sguardo laterale del suo piccolo da incontrare.
Written by Robert DeGiorgi – GIOVEDÌ, 09 MARZO 2017 – Agor@ magazine
Ed.: Tutta la nostra comprensione e solidarietà alla mamma di un bimbo autistico. Detto questo, non vogliamo entrare nel merito della vicenda non conoscendo la versione delle parti. Ci sembra però che il racconto del sig. Roberto De Giorgi sia inquinato da pregiudizi. Infatti parla di una “informatrice scientifica intenta a trastullarsi con uno smartphone” e poi continua definendo “agguerriti informatori del commercio delle multinazionali del farmaco che affama i poveri“. Ci sembra che l’aguzzina e crudele ISF non abbia scampo, merita solo la gogna e il pubblico ludibrio.
Invitiamo il sig. De Giorgi di informarsi chi sono e cosa fanno veramente gli Informatori Scientifici del Farmaco prima di dare giudizi frutto di una convinzione prefabbricata.