Venerdì di fuoco per gran parte delle farmacie italiane a causa dell’entrata in vigore dei nuovi prezzi di riferimento sugli equivalenti. Come si temeva, è toccato ai farmacisti fare da bersaglio alle proteste di quei clienti che hanno dovuto mettere mano al portafoglio per pagare la differenza tra quota rimborsata e prezzo di vendita. Tantissimi, perché a oggi si contano sulle dita i produttori che hanno limato verso il basso i propri listini e si tratta in gran parte di aziende di piccole dimensioni. Ci vorrà invece tempo perché le imprese più importanti comincino a tagliare i prezzi, sempre che decidano di farlo: una nota di Assogenerici ricorda che se in alcuni paesi esteri gli equivalenti hanno prezzi inferiori è perché poggiano su volumi di mercato assai maggiori; in Italia questi volumi non ci sono e quindi le imprese non possono fare miracoli. Se ne ricava che per qualche settimana la dispensazione di un equivalente costringerà i farmacisti a lunghe spiegazioni. Per avere conferma basta un veloce giro tra le regioni. «Venerdì mattina erano arrabbiati in parecchi» racconta Marco Nocentini Mungai, vicepresidente di Federfarma Toscana, titolare a Firenze « non è stato facile spiegare perché da un giorno all’altro c’è da pagare un ticket». «Ovvio che ci fosse rabbia» aggiunge Elisabetta Borachia, presidente di Federfarma Liguria «i giornali dicevano che i prezzi dei generici sarebbero calati e poi scopri che c’è da pagare un ticket, chi non se la prenderebbe?». Per avvertire della novità e sottrarre i titolari da sospetti infondati, Federfarma nazionale aveva distribuito una locandina da appendere in farmacia e lo stesso avevano fatto anche alcune Unioni regionali. Ma non è bastato. «La gente è irritata per quello che di fatto è un ticket occulto» commenta Achille Toschi Gallina, presidente di Federfarma Bologna e titolare nel capoluogo «e a noi crea disagio: viene a cadere il significato stesso del generico, per il quale ci battiamo da tempo». In questa veloce panoramica fanno eccezione solo poche Regioni: in Campania, per esempio, le liste di trasparenza entreranno in vigore il 20 aprile; in Piemonte invece l’amministrazione ha autorizzato l’applicazione fino a oggi della cosiddetta clausola di salvaguardia, che consente al farmacista di dipensare il prodotto reperibile senza ticket a carico del paziente. Ma da domani sarà un’altra musica.
Farmacista33 – 18 aprile 2011
Taglio prezzi: Federfarma, non siamo responsabili
«Le farmacie non sono responsabili dell”entità della quota chiesta ai cittadini» per «ritirare molti farmaci concedibili in regime Ssn a brevetto scaduto». Lo sottolinea in una nota Federfarma, ricordando che «i cittadini devono pagare di tasca propria una quota» che «corrisponde alla differenza tra il prezzo al pubblico del farmaco ricevuto e il nuovo prezzo di rimborso stabilito dall’Aifa». «Tale novità» ricorda la nota «è prevista dalla legge 122/2010, che ha modificato il meccanismo del sistema del prezzo di riferimento dei medicinali equivalenti. Nei prossimi giorni i produttori di farmaci equivalenti potranno adeguare il prezzo dei propri farmaci ai nuovi prezzi di riferimento, stabiliti dalla delibera Aifa in attuazione della legge n.122/2010». «Si ricorda» conclude Federfarma «che l’adeguamento richiede tempi tecnici per la pubblicazione dei nuovi prezzi in Gazzetta Ufficiale, II Parte, e che, ovviamente, l’imposizione di questo onere come l’entità della quota richiesta ai cittadini non dipendono affatto dalla farmacia».
Farmacista33 – 18 aprile 2