Il punto sulla busta paga
Calo nei salari reali dello 0,1% nei comparti coperti da CCL secondo l’UST: l’inflazione si è mangiata gli aumenti
I salari reali quest’anno, nei comparti coperti da contratti collettivi di lavoro (CCL), sono scesi dello 0,1%: colpa dell’inflazione, che ha divorato gli aumenti concordati dalle parti sociali.
Il rapporto dell’Ufficio federale di statistica
Stando ai dati diffusi venerdì dall’Ufficio federale di statistica (UST), i rappresentanti degli stipendiati e dei datori di lavoro si sono intesi per il 2018 su aumenti nominali dello 0,9% per i salari effettivi e dello 0,5% per quelli minimi negli ambiti dei principali CCL, ovvero quelli che interessano almeno 1’500 persone.
La previsione per il rincaro è però del +1%: questo significa che gli stipendi reali nei comparti convenzionali dovrebbero diminuire dello 0,1%. L’UST non ne parla, ma la flessione potrebbe essere anche maggiore se si tiene conto del fatto che i premi delle assicurazioni malattia non sono considerati nel determinare l’inflazione.
I salari nominali sono aumentati dello 0,8% nel settore secondario e dell’1,0% nel terziario. Nei vari comparti gli adeguamenti si sono articolati nel modo seguente: trasporto e magazzinaggio +1,6%, istruzione +1,3%, informazione e comunicazione +1,0%, sanità e assistenza sociale +1,0%, costruzioni +0,9%, commercio e riparazione di autoveicoli +0,8%, attività amministrative e servizi di supporto +0,7%, attività manifatturiere +0,6%. Nell’amministrazione pubblica gli stipendi sono rimasti immutati.
Sul lungo periodo: banche giù, farmaceutico su
La NZZ ha rilevato sul lungo periodo un calo dei salari in banca, e un aumento di quelli nella farmaceutica e nelle assicurazioni. Lo stipendio medio lordo annuo del settore bancario, si legge sul domenicale, è di 220’000 franchi, 40’000 in meno rispetto a 10 anni fa. Nel settore farmaceutico invece è di 280’000 franchi .
Anche per i top manager la retribuzione media in banca si è ridotta da 660’000 a 530’000 franchi, un quinto in meno rispetto all’industria farmaceutica e assicurativa. Sulla NZZ si parla di “sviluppo sano, perché significa che il mercato funziona nei due sensi”.
Ed: si tenga presente che in Svizzera, per esempio, un lavapiatti percepisce un salario che va dai 3 ai 4 mila franchi. La comparazione tra italiani e svizzeri deve tenere conto di alcune condizioni fondamentali: in Svizzera parte del trattamento sanitario e tanti altri servizi sono coperti attraverso assicurazioni private che quindi costano di più al cittadino. Inoltre, la vita ha un costo molto molto più alto. Il 10% dei dipendenti meno pagati prende circa 4.300 franchi al mese, il 10% meglio pagato prende oltre 11.400 franchi al mese. L’ufficio dfi statistica svizzera ha calcolato che un single con uno stipendio medio di 6.250 franchi, a fine mese, potrà risparmiarne 850, salvo imprevisti e spese extra.