Con un vero e proprio plebiscito l’elettorato svizzero ha approvato l’iniziativa Minder contro le retribuzioni abusive dei manager. Infatti da tempo non si riscontravano percentuali di questo genere e un’unanimità di consensi tra le varie regioni linguistiche del nostro Paese. E ciò nonostante l’ampio dispendio di mezzi finanziari usato da Economiesuisse per contrastare l’iniziativa.
Il significato di questo voto non si limita molto probabilmente al disgusto crescente per i compensi milionari dei top manager e al fatto che non sempre essi sono giustificati da meriti acquisiti nella gestione delle società, come hanno dimostrato i casi di Swissair e UBS, ma anche a un’insofferenza di parte della popolazione di fronte a un funzionamento dell’economia che non tende più a migliorare il tenore di vita, ma che pretende sempre più dai dipendenti e soprattutto è fonte di una crescente incertezza riguardo al futuro. Oggi molte persone vivono nella paura di perdere il posto di lavoro e di non poter più onorare i propri impegni soprattutto nei confronti della propria famiglia. Dunque il voto esprime molto probabilmente anche questo diffuso malessere nei confronti di un lavoro che in alcuni casi si trasforma da fonte di soddisfazione e di autostima in un fattore di ansia e di malesseri psicofisici. In quest’ottica questo voto può anche essere letto come un appello a cambiare strada, a correggere la rotta da parte di molti cittadini. E’ ovvio che le retribuzioni milionarie dei manager, che sono il simbolo più plateale di questo modo di funzionare dell’economia, sono state colte da molti come l’occasione migliore per manifestare questo malessere. Dunque il voto non ha messo solo in mostra una rivolta contro le remunerazioni dei manager, ma anche il malcontento di molti nei confronti dell’attuale mondo del lavoro e dell’attuale modo di funzionamento dell’economia.
Gli avversari dell’iniziativa Minder sostengono che si è trattato di un voto emotivo (di pancia) e non frutto di una discussione ponderata. Non vi è dubbio che negli ultimi giorni la campagna ha assunto la forma di un confronto tra buoni e cattivi, tipico dei film di Hollywood. Il buono era chiaramente Thomas Minder, da alcuni definito il nuovo Guglielmo Tell, che da solo combatteva contro l’establishment economico del nostro Paese. Il cattivo era invece Daniel Vasella, cui Novartis aveva garantito una buonuscita di 72 milioni di franchi legato ad un divieto di concorrenza. La comunicazione di questa compensazione milionaria a pochi giorni dal voto è apparsa come un vero e proprio affronto e ha contribuito sicuramente al successo dell’iniziativa Minder. Pochi però si sono chiesti come mai il gigante basilese della farmaceutica, che sicuramente ha contribuito finanziariamente a sostenere la campagna di Economiesuisse, sia incorso in un errore di queste dimensioni. Una risposta è che molto probabilmente sia Daniel Vasella sia gli altri dirigenti di Novartis non abbiano previsto le conseguenze politiche di un simile annuncio. A conferma di questa supposizione può essere citata la tardiva retromarcia di Danie